PONZA – Il comune di Ponza risulta soccombente in un procedimento discusso lo scorso 18 ottobre davanti il Tar del Lazio per la realizzazione di un impianto temporaneo di dissalazione in località Cala dell’Acqua, non termina nei trenta giorni successivi il procedimento amministrativo alla luce della positiva conclusione della conferenza dei servizi e ora viene commissariato direttamente dalla Regione Lazio.
A svolgere questo potere sostitutivo sarà l’ingegnere Giovanni Saura, dirigente dell’area concessioni della direzione Lavori Pubblici,risorse idriche e difesa del suolo della Regione Lazio che dovrà ottemperare ad una serie di obblighi cui si è sottratto il comune di Ponza. Al punto che la sua azione amministrativa è stata definitiva dalla Regione “inerte e inadempiente”. Il commissario regionale ad acta dovrà dare seguito ad una specifica convenzione che regola i rapporti tra gli enti locali ricadenti nell’ambito dell’Ato 4 e, nello specifico, ad un protocollo d’intesa sottoscritto il 25 settembre 2015 dalla Regione, dai Comuni di Ponza e Ventotene cn Acqualatina e l’Ato 4 in base al quali i due comuni isolani si “impegnano l’ordinato sviluppo e la tempestiva conclusione delle procedura do consegna dei beni relativi al servizio idrico integrato e a fornire la massima collaborazione e ogni possibile supporto per assicurare la tempestiva realizzazione delle opere e degli interventi finalizzati ai rispettivi impianti di dissalazione”.
Il commissario regionale ad acta ora dovrà far utilizzare ad Acqualatina, senza alcun onere concessorio per lo stesso ente gestore, complessivamente un migliaio di metri quadrati di terreno comunale (esattamente 1067, 42 metri quadrati), di cui un vigneto abbandonato (60 metri quadrati), un fabbricato in disuso (93,42)e finanche una vecchia cava (294). Per il comune di Ponza. oltre al danno, è arrivata anche la beffa: dovrà liquidare all’ingegner Saura della Regione Lazio gli oneri professionali di cui avrebbe potuto fare a meno se avesse rispettato il contenuto della sentenza del Tar del Lazio.
Il primo grado della magistratura aveva di fatto dato il suo via libera alla determina dirigenziale con cui l’Ato 4 il 23 gennaio 2019 aveva concluso favorevolmente la conferenza di servizio convocata per esprimere i diversi pareri finalizzati ad autorizzare Acqualatina alla realizzazione di impianto di dissalazione nel mare de Le Forna. Per i giudici del Tar la procedura seguita dall’Ambito territoriale ottimale e dallo stesso ente gestore è stata corretta, non viola soprattutto le prescrizioni del piano regolatore del comune. Il sito di Cala dell’Acqua, dunque, può ospitare un impianto avveniristico in grado di dissalare l’acqua del mare per scopi potabili e dunque, rendere Ponza autosufficiente, soprattutto durante la stagione turistico-balneare, dal punto di via idrico.