SUD PONTINO – Furono accusati – quando scattò l’operazione il 24 settembre 2021 – di aver trasferito per conto della camorra ingenti quantitativi di droga sul territorio del sud pontino e, più precisamente a Formia e a Minturno. Ora rischiano il processo le 13 persone coinvolte nell’inchiesta della Guardia di Finanza “Traqueteros”. Il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma Corrado Fasanelli, ha chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati nei cui confronti vengono evidenziati ben 43 capi d’imputazione relativi ad altrettanti episodi di trasporto e spaccio.
A deciderlo sarà il Gup del Tribunale di Roma Maria Clementina Forleo nell’udienza preliminare in programma il prossimo 20 maggio. Nell’ordinanza del Gip del Tribunale di piazzale Clodio Massimo Maresca i componenti di quest’organizzazione avrebbero gestito, indirettamente per conto della camorra, il trasporto e lo spaccio di sostanze stupefacenti non solo nel sud pontino ma anche a Vairano Patenora, in provincia di Caserta, – località da cui partiva la droga per il sud pontino due tre volte la settimana – a Mantova, Teramo, Isernia, Roma e Napoli.
Nello specifico sei persone erano finite in carcere, quattro agli arresti domiciliari, due furono raggiunti da altrettanti obblighi di dimora e altrettanti da obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini furono “figlie” dell’inchiesta “Touch & Go” dei Carabinieri della Compagnia di Formia e, riferite agli anni 2019 e 2020, evidenziarono come alla testa di questa organizzazione ci fosse, nonostante fosse recluso con il fratello Raffaele dal 1 aprile 2021, Domenico Scotto, collegato a due clan dominanti nel quartiere napoletano di Secondigliano, i Licciardi prima e, dopo la sua trasformazione, i “Sacco Bocchetti” poi.
L’operazione “Traqueteros” appurò come il gruppo criminale continuasse ad operare dopo gli arresti dei Carabinieri. Aveva allestito due base operative nelle realtà di Gianola e Santo Janni a Formia e a Scauri dove gestiva lo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e crack provenienti dalla confinante Regione Campania attraverso una rete di pusher. Non a caso dei 13 indagati, tra cui una donna, abitavano o sono originari di Minturno e due sono di Formia.
Oltre a spacciare – secondo gli inquirenti – gli indagati avrebbero assolto anche ai ruoli di far affermare con la violenza il gruppo sul territorio del Golfo, eliminando ogni forma di concorrenza, e di recuperare i debiti accumulati da numerosi assuntori. L’attività delle Fiamme Gialle arricchì il proprio quadro probatorio con il sequestro di 877 grammi di cocaina, di 145 di crack,di quattro chili e duecento grammi di hashish e di una pistola calibro 7,65 che, secondo gli inquirenti, sarebbe servita per intimidire i clienti morosi.