GAETA – “Il vero centro-sinistra è qui. Io sono pronto a restituire a Gaeta la dignità che le è stata sottratta in questi dieci anni . Lo faccio con il sostegno di tanti amici che si fidano nella mia storia politico-amministrativa e soprattutto di quella personale. Certamente sono fortunatamente diverso da qualcuno che si è alzato la mattina e ha deciso di dire alla città avere la verità in tasca. Che lo faccia reclamizzando, poi l’arrivo di una nuova stagione, quella del nuovismo a tutti i costi, sono affari suoi di cui dovrà assumersi le dovute responsabilità”.
E’ toccato a Silvio D’Amante inaugurare nell’ultimo settimana un’altra tranche di presentazioni di candidati a sindaco in vista delle elezioni amministrative del 12 giugno. La sua, molta attesa, ha anticipato di 24 ore quella di Cristian Leccese, il candidato espressione dell’attuale maggioranza consiliare e, dunque, del sindaco uscente Cosimino Mitrano. Silvio D’Amante ha deciso di ricorre al suo riconosciuto self control l’altra sera quando si è presentato ad un’affollata sala verde dell’hotel Serapo – l’iniziativa per motivi precauzionali e per rispetto delle prescrizioni anti Covid 19 è terminata anzitempo per problemi di areazione – ma la decisione che si è autoimposta pur di non citare l’altra candidata del fronte progressista Sabina Mitrano ha sfiorato l’impresa titanica.
Già nel suo intervento introduttivo l’ex primo cittadino Pdd, pur senza mai citarla, ha voluto dissotterrare l’ascia da guerra e ha attaccato la professoressa di lettere, accusata, tra le righe, di non aver voluto le primarie dopo aver incassato il sostegno di un partito, Il Pd, (di cui non è iscritta a differenza di D’Amante) diventato a Gaeta tripolare dopo lo svolgimento il 20 marzo del congresso che ha eletto alla segreteria Gianluca Conte. Che l’ultimo sindaco di Gaeta di centro sinistra sia “l’uomo giusto per archiviare definitivamente la stagione del mitranismo” l’hanno ripetuto i rappresentanti di quei partiti, liste e movimenti che hanno deciso chiesto “oltre un anno fa” a D’Amante di fare qualcosa per Gaeta.
Nell’ordine sono stati Claudia Magliuzzi per “Orizzonti per Gaeta”, Simone Avico per il Movimento Cinque stelle, il capogruppo consiliare di Demos Franco De Angelis, l’ex assessore al bilancio della Giunta Raimondi, Alfredo Cardi, in rappresentanza del Movimento Progressista, Maria Ausilia Mancini per “Insieme per Gaeta”. Queste sigle non gareggeranno autonomamente per il rinnovo del consiglio comunale di Gaeta. La coalizione ha deciso di ridurre a due con l’obiettivo, dichiarato, di consentire l’elezione del maggior numero di eletti: la componente del Pd minoranza nel consiglio direttivo, “Orizzonte per Formia”, Demos, Insieme per Gaeta costituiranno l’ossatura della lista “Insieme con Silvio D’Amante sindaco” mentre il Movimento cinque stelle sarà in lizza con una propria formazione.
Endorsement all’hotel Serapo per D’Amante sono arrivati, tuttavia, da un suo successore, Antonio Raimondi, ma anche dalla consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Gaia Pernarella a cui avrebbero potuto aggiungersi altri esponenti, provinciali e locali, dello stesso Pd che misteriosamente sarebbero stati invitati, attraverso messaggi whattsapp, a stare lontani dall’hotel Serapo. E così è stato. La loro presenza avrebbe ulteriormente legittimato sul piano politico la corsa di D’Amante e invece ha prevalso la ragione di Stato del Pd sintetizzata in un comunicato che il segretario provinciale Omar Sarubbo ha scritto e diffuso – ironia della sorte – nei minuti che hanno preceduto la convention per la presentazione della candidatura di D’Amante.
La mancata partecipazione di consiglieri regionali e dirigenti provinciali Dem è legata al contenuto della nota di Sarubbo e quello fotocopia
Silvio D’Amante ne ha preso atto, convinto e soddisfatto di tre aspetti. Il primo è di aver “visto tante persone e amici che non avrei immaginato di vedere all’hotel Serapo”. Tra queste l’ex assessora ai servizi sociali Ersilia Vitiello, considerata politicamente vicina ad Europa Verde che sostiene, attraverso la candidatura al consiglio di Federica Di Sarcina, la professoressa Sabina Mitrano. E poi Giovanni Erbinucci, l’ex assessore An ai Lavori Pubblici sino a qualche tempo fa nella segreteria particolare della presidenza del consiglio comunale di Gaeta), ed una nutrita delegazione formiana composta dall’ex sindaco di Sel Maria Rita Manzo, dall’ex assessore ai lavori Pubblici ed coordinatore del primo circolo del Pd Francesco Carta e dal figlio Alessandro (probabilmente l’altra sera il suo whattsapp non funzionava come avrebbe dovuto…)che nelle file del Partito Democratico è stato eletto il 3 ed 4 ottobre prossimi.
Intanto il Pd provinciale, dopo giorni di silenzio susseguitesi all’alterco verbale tra Sabina Mitrano ed il suo mentore, il capogruppo consiliare di Un’Altra stagione “ Emiliano Scinicariello, ha sciolto ufficialmente le sue riserve. Per il Pd ufficiale di Gaeta (non va dimenticato che, oltre a quello vicino a D’Amante, ne esiste un terzo, quello di “Gaeta Democratica” del presidente del consiglio comunale Pina Rosato che , sostenendo la candidatura a sindaco di Cristian Leccese, è quello elettoralmente ancora più influente in vista delle elezioni politiche e regionali) non sarà facile allestire una lista competitiva e soprattutto far eleggere rappresentanti in consiglio comunale in considerazione del fatto che il suo serbatoio naturale di voti è rappresentato quasi esclusivamente dalla lista “Una nuova stagione”. Ma con una particolarità. Il suo capogruppo Emiliano Scinicariello, che domenica si è lasciato immortalare nei pressi di un gazebo elettorale di Sabina Mitrano alle spalle di una bandiera del Pd arrivata in tempo da Latina, venne eletto alle amministrative del 2017 soltanto quale candidato a sindaco grazie ai voti di candidati aventiniani del Pd che ora hanno deciso di sostenere Silvio D’Amante.