FORMIA – La scelta di indossare un paio di scarpe rosse con tacco 14, plateau e completo color rosa per contrastare “tanta ignoranza e cattiveria” che “in giro ce ne sono in quantità industriale”. Pensa di abbandonare Formia Francesco D’Angelis dopo aver conseguito nei giorni scorsi con il massimo dei voti e la lode presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale una laurea triennale in Scienze Sociali, Politiche e della Salute con uno studio sul rapporto fra il corpo e i diritti delle donne verso la loro autodeterminazione.
Francesco, 27 anni, sapeva che il suo look con cui si è presentato nel campus della Folcara avrebbe creato discussione e polemiche ma non avrebbe immaginato che “sui social si arrivasse a toccare l’inverosimile, l’inimmaginabile”. Nell’intervista video allegata che ha concesso al nostro portale, il 27enne conferma la scelta di ricorrere alla provocazione del look e dei tacchi a spillo per rispondere a quei parlamentari che hanno bocciato al Senato il Ddl Zan. D’Angelis conclude la sua intervista affermando come il testo possa essere riportato all’attenzione del Parlamento ed approvato “anche prima della conclusione di questa legislatura” ma non manca occasione di esternare la sua amarezza e delusione per il suo rapporto, non facile, con la sua città, Formia. Ma una provocazione l’ha lanciata nei confronti del sindaco Gianluca Taddeo (“mi farebbe tanto piacere essere ricevuto in comune e almeno essere ascoltato ma già so che questo non accadrà”) per illustrargli la lotta contro la violenza sulle donne e della comunità LGBTQI.
“Questo, in effetti è il senso profondo della mia tesi – ha dichiarato Francesco D’Angelis – che ho dedicato ai miei nonni, alla mia nipotina e all’altra parte femminile che è in me. Mi è piaciuto parlare di donne, di corpi , di diritti e di autodeterminazione in un tempo buio che ha visto passare, purtroppo, in secondo piano il tema dei diritti civili”. Per il neo laureato, che dice di essere stato protagonista di una prova ardua “stare per tre ore su un tacco 14”, il Ddl Zan può essere migliorato se questo tipo di richiesta “arrivi dal basso, da una delle tante periferie. Hanno provato a cancellarci ma questo non vuol dire farci smettere di esistere: noi esistiamo, continueremo ad esistere e, anzi, saremo veramente noi a superare loro su questi splendidi tacchi rossi”.
Francesco De Angelis nell’intervista parla delle sue paure ma anche delle sue speranze, anche di tipo di lavorativo. Con la laurea appena conseguita può benissimo diventare un dirigente assistente sociale ma il suo sogno è quello di favorire l’inclusione nelle grandi aziende, pubbliche e private. Ma, rivelando un particolare personale, riesce a fatica a celare la sua amarezza che maschera con l’ironia: “Ho presentato nove volte ad una grande multinazionale il mio curriculum vitae. Quando hanno capito chi fossi mi hanno risposto di riprovare. Ora che sono laureato, potrei essere più fortunato?”.
INTERVISTA Francesco de Angelis, attivista comunità LGBTQI+
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