ITRI – “Ho deciso ovviamente di scrivere a RFI e alla direzione passeggeri del Lazio di Trenitalia. Perché nonostante le tante chiacchiere ascoltate, le conferenze stampa, i miliardi qua e i miliardi di là, ad Itri non ci sono nemmeno i servizi igienici aperti al pubblico e manca persino un ascensore che permetta il cambio binario alle persone con disabilità. Insomma una vera e propria barbarie, se consideriamo che proprio la stazione di Itri rappresenta invece un scalo fondamentale su una delle tratte ferroviarie più trafficate d’Italia, ovvero la Roma-Napoli, e in un territorio da oltre 100mila abitanti, dove sono attive solo le stazioni di Formia e Minturno” – a farlo e raccontarlo è l’On. Raffaele Trano (L’alternativa c’è), il quale ha deciso di intervenire sulla situazione per via di quello che definisce l’ “ennesima conferenza stampa fotocopia” di Regione Lazio e Ferrovie dello Stato.
Durante la conferenza dello scorso febbraio alla quale fa riferimento l’Onorevole – secondo quanto egli stesso racconta – si sarebbe parlato di “18 miliardi, dunque gli stessi di quattro anni fa, annunciando le solite opere, quasi tutte per Roma e Provincia, limitandosi a citare le solite filastrocche riguardo alla Provincia di Latina, evocando persino la Littorina Formia-Gaeta, che ovviamente torna sempre utile quando certe elezioni si avvicinano, e non fa nulla se intanto è in corso un procedimento penale per lottizzazione abusiva”.
“Itri – spiega Trano – potrebbe rappresentare, e rappresenta, uno scalo ferroviario molto importante, strategico e prescelto da molti per i propri spostamenti. Purtroppo come detto la stazione non si trova nella cura e nel decoro che merita, le strade di accesso sono devastate, i parcheggi – nonostante la totale assenza di servizi – sono pure a pagamento, sporcizia e degrado non sono compatibili con un servizio pubblico degno di questo nome. Inoltre sarebbe il caso di conoscere che fine abbia fatto l’accordo stipulato proprio tra RFI e il Comune di Itri, circa la concessione in comodato d’uso al Comune, dell’edificio principale della stazione cittadina, per la durata di cinque anni. L’amministrazione comunale precedente sbandierò quell’accordo come un risultato ‘storico’, del quale si sarebbero serviti per rilanciare la stazione, addirittura con iniziative a sfondo sociale, e il coinvolgimento di associazioni e mondo del volontariato”.
E conclude: “Penso che Itri e la sua stazione non meritino questo trattamento, si tratta di una infrastruttura strategica che non può essere strumentalizzata o addirittura completamente dimenticata da enti ed istituzioni, perché il servizio pubblico che offre ha un potenziale bacino di utenza pari a quello di una metropoli e come tale deve essere riqualificato”.