CASSINO – “Il brigadiere Santino Tuzi non poteva aver visto Serena Molliccone nell’ora presunta dell’avvistamento semplicemente perché era con me ad effettuare una notifica a Colfelice”. Lo ha confermato l’ex Maresciallo Vincenzo Quatrale completando la sua deposizione nella nuova udienza, la 36°, del processo per la morte della studentessa di Arce. L’ex militare di Cassino, rispondendo alle domande del sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, ha ripercorso lo svolgimento de turno di mattina che svolse il 1 giugno 2001, giorno in cui Serena scomparve e – secondo la Procura di Cassino – sarebbe stata uccisa nella caserma dell’Arma di Arce. Quatrale, di fatto, ha di nuovo smentito la ricostruzione fatta da Tuzi tra il marzo e l’aprile 2008, prima che si togliesse la vita, e cioè di aver notato una ragazza, probabilmente Serena, entrare nella caserma.
L’ex Maresciallo e Tuzi attesero che il comandante Mottola, intorno alle 10.10, tornasse da Frosinone dove aveva partecipato ai preparativi per la festa provinciale dei Carabinieri. Quando Mottola scese dal suo alloggio privato, intorno alle 11 i due militari si recarono a Colfelice a bordo di un’auto di servizio, il cui foglio di marcia – ha rivelato con una dichiarazione spontanea l’appuntato Francesco Suprano – fu compilato proprio da Tuzi. Quatrale ha aggiunto un altro particolare: se fosse entrata una ragazza prima delle ore 11, l’avrebbe dovuto vedere anche lui in quanto si trovava al lavoro a stretto gomito col brigadiere Tuzi, diviso – ha specificato – solo da una vetrata.
Una ricostruzione, questa, contestata dalla parte civile del brigadiere di Sora e dalla Procura alla quale Quatrale ha ricordato di aver eseguito subito dopo il delitto e in occasione delle rivelazioni rese da Tuzi nel 2008 gli ordini emanati dalla stessa autorità giudiziaria e dalla compagnia dei Carabinieri di Pontecorvo. Uno su tutti riguardò il sequestro di tre grammi di hashish nel comò della camera da letto di Serena nei giorni successi al delitto. In ordine ai rapporti con l’ex comandante Franco Mottola, Quatrale ha specificato di averlo rivisto, dopo 19 anni, nel 2020 in occasione del loro rinvio a giudizio.
Per la cronaca è stato rinviato a mercoledì prossimo l’atteso interrogatorio di Marco Mottola e della madre Annamaria cui seguirà nell’udienza, già fissata per calendarizzata per venerdì 13 maggio, quello dell’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce. Nell’intervista video allegata il criminologo di fiducia Carmelo Lavorino conferma che i tre principali imputati del processo risponderanno a tutte le domande che saranno formulate sia dalla Corte d’Assise che dalle parti processuali. Lo hanno dichiarato già nel gennaio 2020 fa all’unica conferenza stampa dove parteciparono e dove dichiararono: “Siamo innocenti. Non abbiamo fatto del male a Serena. Serena quella mattina non è venuta da noi. Tuzi mente quando dice che è salita da noi. Parleremo al momento opportuno, con chi di dovere e con i Giudici”.
Nelle fasi finali dell’udienza uno dei legali della famiglia Mottola, l’avvocato Mauro Marsella, aveva chiesto di estromettere dal dibattimento tutte le sit formulate da Marco Mottola dal giorno del delitto sino alle rivelazioni, tutte ancora da definire, di Santino Tuzi nella primavera 2008. “Il figlio dell’ex comandante dei Carabinieri è stato sul punto di essere indagato – ha commentato l’avvocato Marsella – ma in effetti lo è diventato con la riapertura delle indagini a conferma che gli indizi della Procura si sono rivelati tali…”
INTERVISTA Carmelo Lavorino, criminologo di fiducia famiglia Mottola