Frosinone / Delitto Romina De Cesare: ricorso per l’ex-findazato “incompatibile con il carcere”

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FROSINONE – L’incompatibilità della detenzione in carcere dell’omicida reo confesso rispetto al suo precario quadro psichiatrico e nuovi elementi scaturititi dalle indagini promosse dalla difesa dopo la mattanza di via Del Plebiscito. Sono questi, in effetti, gli elementi caratterizzanti il ricorso presentato lunedì dal legale di Pietro Ialongo, l’avvocato Vincenzo Mercolino che ha impugnato davanti il Tribunale del Riesame di Roma l’ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario aveva convalidato il fermo del 38enne, con l’accusa di omicidio volontario, nei confronti dell’ex fidanzata Romina De Cesare.

A dire dell’avvocato Mercolino le esigenze cautelari di Ialongo – che sino alla convalida del fermo si trovava in isolamento per motivi di sicurezza nel carcere di Latina – possono essere soddisfatte ora diversamente. Ai giudici del Tribunale della Libertà il legale molisano ha formalizzato essenzialmente due istanze: Ialongo sia associato ad una Rems, la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza riservata agli autori di reati affetti da disturbi mentali o sociale pericolosi, oppure benefici degli arresti domiciliari presso un’abitazione di proprietà di famiglia che motivi di opportunità non è ubicata a Cerro al Volturno, la località d’origine sia di Ialongo che della povera Romina.

La presentazione del ricorso al Riesame segue di alcuni giorni un’altra iniziativa della difesa di Ialongo: lo svolgimento di un incidente probatorio che deve autorizzare ora eventualmente il Tribunale di Frosinone. Nell’abitazione in cui abitavano i due ragazzi la scorsa settimana era stato effettuato, su richiesta della Procura del capuologo ciociaro, un accertamento tecnico irripetibile per repertare tracce di Dna e tracce biologiche, un esame che, esteso anche agli indumenti e nell’auto di Ialongo, ha riguardato il telefonino del 38enne e dell’ex fidanzata.