FORMIA – E’ iniziata (dopo la falsa partenza del 10 marzo scorso quando si registrò un vizio di notifica ai danni di due dei tre indagati) ed è stata rinviata all’11 ottobre prossimo l’udienza preliminare in cui il Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce è chiamato a decidere, su richiesta del capo della Procura Luciano D’Emmanuele (rappresentato in udienza dal Sostituto procuratore Alfredo Mattei), se rinviare o meno a giudizio l’ex sindaco di Formia Paola Villa, l’ex segretario generale e direttore generale del comune Mario Taglialatela e l’attuale dirigente dell’area finanziaria dell’ente Daniele Rossi.
Sono tutti e tre accusati di concorso in abuso relativamente alla nomina di Taglialatela, avvenuta il 24 luglio 2020, a svolgere, su nomina della stessa professoressa Villa, il ruolo di capo gabinetto dell’allora sindaco di Formia. L’udienza è stata rinviata in autunno dopo l’annuncio di Taglialatela, attraverso il suo legale difensore Luca Scipione, di voler rilasciare dichiarazioni spontanee prima della decisione del Gup. L’amministrazione comunale, per la cronaca, quale unica parte offesa in questo procedimento, ha deciso – almeno per il momento – di non costituirsi parte civile.
La vicenda trae origine nel luglio 2020 quando l’allora sindaco di Formia – come detto – decise tra le polemiche di nominare Taglialatela, candidato a sindaco alle amministrative del 2018 e sfidante della stessa professoressa di scienze naturali nel corso del primo turno di quella tornata elettorale, suo capo gabinetto in sostituzione del dimissionario Armando Russo. A presentare direttamente un esposto in Procura fu il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ora nel frattempo diventato presidente del consiglio comunale di Formia. Il penalista chiese ed ottenne l’apertura di un’indagine. Taglialatela, a suo dire, non poteva essere incaricato perché era in pensione e poi perché era stato inquadrato con un livello funzionale, economico e contrattuale, inferiore. Nonostante ciò, il comune aveva previsto un’indennità normale. L’ex commissario Prefettizio del comune di Formia, Silvana Tizzano, prima di andare via aveva revocato il decreto di nomina di Taglialatela e aveva chiesto all’avvocatura comunale di recuperare “in via coattiva” la somma di danaro percepita dal capo di gabinetto dalla sua nomina sino al 28 dicembre 2020, giorno dello scioglimento anticipato del consiglio comunale.
La decisione del dottor Taglialatela di rilasciare dichiarazioni spontanee è stata intanto condivisa dai legali degli altri indagati: l’avvocato Vincenzo Macari per l’ex sindaco di Formia e Fabio Padovani per conto del dirigente Rossi. Soprattutto perchè arriva da uno dei più longevi e noti segretari comunali della provincia di Latina al quale la Procura di Cassino contesta la circostanza di aver beneficiato di questo incarico perchè “legato al Sindaco da rapporti di amicizia e di campagna elettorale”. Sul piano normativo sarebbe stato violato l’articolo 5 comma 9 del Dl 95/12 (Legge Madia) che prevede la collaborazione a titolo gratuito per la durata di un anno per il personale in quiescenza. Invece Taglialatela fu inquadrato nella categoria C1 percendo un emolumento di 8mila euro annui…”che per un uomo di così vasta esperienza circa il funzionamento delle Amministrazioni locali – ha scritto nella sua memoria difensiva l’avvocato Macari – sono decisamente poco più di nulla!”.
Lo stesso segretario e direttore generale, poi, sarebbe stato inquadrato con un livello funzionale (C/1), economico e contrattuale, inferiore rispetto ai suoi più stretti collaboratori e componenti della stessa segreteria particolare del sindaco Villa. Semmai Taglialatela sarebbe dovuto essere inquadrato con la qualifica maggiore “D” ma, nonostante ciò, il comune di Formia (e dunque Daniele Rossi, il responsabile dell’area economica finanziaria dell’ente, che nel frattempo era stato assunto correttamente dal sindaco Villa insieme alla moglie funzionaria dell’area tecnica) aveva previsto – come detto – un’indennità annua di 8000 euro. Se Rossi avallò “tali illegittimità con la determinazione numero 1136 del 29 luglio 2020 con cui procedeva al relativo impegno di spesa apponendovi il visto di regolarità contrattuale, il solo Taglialatela in questo procedimento è indagato anche per falso. Il motivo ? E’ accusato di non aver detto l’intera verità – secondo la Procura di Cassino – sulle presunte cause di incompatibilità a rivestire quel ruolo. Semplicemente perché nei cinque anni precedenti aveva ricoperto “analoghi incarichi”.
All’epoca il sindaco di Formia prese le distanze dall’iniziativa giudiziaria dell’esponente Fdi che si rivolse solo successivamente in Procura. Aveva presentato un’interrogazione alla quale non ricevette le risposte sperate. Travolta dalle polemiche per essersi sempre definita “una paladina della legalità”, l’ex sindaco Villa difese la nomina di Taglialatela , considerato “professionista unanimemente stimato” che avrebbe aggiunto “ alla competenza oggettiva una dose umana caratteriale che sicuramente darà un concreto contributo alla macchina amministrativa”.
Anche se lo stesso ex sindaco di Formia aveva anche motivato la richiesta di essere sentita “per chiarire tutti i passaggi che potrebbero aver ingenerato – scriveva – equivoci o che richiedono ulteriori approfondimenti. Confermo la mia fiducia nella macchina giudiziaria e confido nel buon esito delle indagini in corso, certa di poter dimostrare il buon operato mio e della mia amministrazione sempre attenta al rispetto delle regole e nell’interesse della città di Formia che con orgoglio ho difeso e continuerò a difendere….”
L’udienza preliminare in programma il prossimo 11 ottobre potrebbe essere preceduta da altri e clamorosi sviluppi. L’ex commissario Prefettizio del comune di Formia, Silvana Tizzano, prima di andare via aveva assunto altri due provvedimenti importanti. Con un primo decreto aveva revocato quello – come detto – definito illegittimo del 24 luglio 2020 con cui l’ex sindaco Villa nominava l’avvocato Taglialatela il suo principale collaboratore. L’alto funzionario Ministeriale poi chiese all’avvocatura comunale di recuperare “in via coattiva” la somma di danaro percepita da Taglialatela dalla sua nomina sino al 28 dicembre 2020, giorno dello scioglimento antipato del consiglio comunale. E’ stato effettuato questo recupero “in solidum”? I prossimi saranno mesi determinanti per rispondere a questi interrogativi alla luce di ben tre accertamenti investigativi della Guardia di Finanza (del 20 agosto e 2 dicembre 2020 e del 6 febbraio 2021) di una parere del dipartimento della Funzione Pubblica che definiva “contra legem” la nomina di Taglialatela a capo di gabinetto del sindaco Villa. Ma il recupero coattivo delle indennità economiche a Taglialatela è stato effettuato come richiesto dal commissario Prefettizio Tizzano?