GAETA – I Carabinieri della tenenza di Gaeta le avevano sequestrato mezzo chilo di droga tra hashish (362 grammi) e marijuana (162 grammi) e per questo motivo una donna di 40 anni era finita ai domiciliari con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo la convalida del suo arresto da parte del Gip del Tribunale di Cassino, Claudio Marcopido, F.S. è tornata in libertà con l’obbligo di firma due giorni la settimana, il lunedì ed il venerdì: la sua difesa, rappresentata dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, ha evidenziato nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto operato dai Carabinieri della tenenza di Gaeta come la droga fosse per un uso personale.
La donna, per la quale il sostituto procuratore Emanuele De Franco, aveva sollecitato la detenzione domiciliare, ha anche motivato il cospicuo quantitativo detenuto: “Devo fare ricorso ad un’assunzione costante per via di una patologia fortemente invalidante di cui soffro”. I Carabinieri avevano sequestrato la sostanza stupefacente nascosta in alcune intercapedini all’interno del mobilio di casa. Era saltato fuori anche un essiccatore elettronico usato – secondo l’accusa – per favorire il processo di essiccazione della canapa, due bilancini elettronici , un frullatore contente residui di sostanza stupefacente , materiale questo utilizzato – stando alla ricostruzione degli inquirenti – per confezionare dosi destinate al mercato dello spaccio di Gaeta.
La difesa della 40enne ha anche escluso che la droga fosse stata destinata proprio allo spaccio. La donna non aveva bisogno di ricorrere a quest’ultima attività illegale semplicemente perché la situazione patrimoniale e reddituale – secondo i suoi legali – non lo richiedeva. Insomma la droga sequestrata dai Carabinieri non costituiva altro che “una scorta finalizzata nel tempo a lenire i dolori correlati alla sua patologia. E i bilancini rinvenuti in un appartamento diverso a quello in cui abita la donna di Gaeta? F.S. ha risposto così al Gip Marcopido: “Ho una folta colonia felinea e quell’attrezzatura mi serviva per la corretta somministrazione del latte ai gattini”.