GAETA – Quello che gli elettori del centro sinistra di Gaeta non comprendono. L’endorsement elettorale reso nei giorni scorsi alla candidata a sindaco del Comune di Gaeta Sabina Mitrano nel corso del suo tour nel sud pontino dall’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato e papabile candidato alle primarie del Pd per la scelta dell’asirante governatore alle regionali del 2023 ha alimentato improvvisamente il fuoco (anche delle polemiche) che covava sotto la cenere dello stesso Partito Democratico di Gaeta.
Ad innescare una miccia, che potrebbe arroventare i già difficili rapporti tra alcune anime Dem di Gaeta, è un personaggio politicamente importante dell’arcipelago del Pd della città. Damiano Di Ciaccio – va subito precisato – non è assolutamente candidato alle elezioni amministrative del 12 giugno ma vuole contribuire a portare un “semplice contributo nel dibattito da qualcuno sterilizzato” in qualità di iscritto al Pd. Il professor Di Ciaccio ha avuto l’onere di presiedere il consiglio comunale nel corso del primo mandato amministrativo del sindaco Pds Silvio D’Amante che dal 1994 al 2002 ha guidato la città di Gaeta risultando di fatto l’ultimo sindaco di centro sinistra prima delle esperienze amministrative dell’azzurro Massimo Magliozzi, del civico Antonio Raimoni e del primo cittadino uscente Cosimino Mitrano.
Di Ciaccio da anni aveva deciso di salire sull’Aventino per contestare la scelta dell’ex segreteria provinciale del Pd di confluire, dal 2012 in poi, nella maggioranza monopolizzata da Forza Italia e guidata da Mitrano. Da quel momento o, meglio dal 2008, il Pd, alle prese con una palese spaccatura interna, era scomparso dai radar della politica gaetana tant’è che i grafici non hanno mai avuto il compito di stampare il simbolo Dem sulla scheda elettorale alle amministrative che si sono susseguite da 14 anni in poi.
Quando questa possibilità ora si era concretizzata, il Pd con una massiccia dose di masochismo si è ulteriormente atomizzato decidendo di sostenere ben tre dei cinque candidati sindaco in lizza il 12 giugno al comune di Gaeta. Un record difficilmente equagliabile che ha motivato il professor Di Ciaccio a promuovere “senza peli sulla lingua” una crociata politica contro il nuovo corso provinciale del Pd accusato, di fronte all’incredibile situazione politica di Gaeta, di “foderarsi gli occhi di prosciutto”. Nell’intervista video allegata Di Ciaccio si fa portavoce del legittimo disappunto esternato nelle ultime settimane dal popolo del Democratico di Gaeta che accusa la segreteria provinciale e regionale del Pd di non aver saputo e/o voluto effettuare una sintesi nel tentativo – almeno quello – di presentare una proposta politica unitaria al cospetto della candidatura a sindaco scontata di Cristian Leccese.
“I dirigenti provinciali e regionali si rendono conto del danno di immagine che arrecano a un simbolo che dovrebbe rappresentare i diritti alla legalità, alla trasparenza, alla correttezza nell’amministrare e tutelare soprattutto le fasce più deboli e fragili della società? – si è interrogato subito Di Ciaccio – Come è stato possibile arrivare a smembrare l’elettorato di centro sinistra in tre tronconi?”. In effetti, il primo è schierato chiaramente con il centro destra formato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia attraverso la presidente del consiglio comunale in carica Pina Rosato “candidata in una lista a sostegno del candidato sindaco Cristian Leccese sostenuto da forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia”. Il secondo schieramento, addirittura con il simbolo concesso dal segretario provinciale Omar Sarubbo coordinato dal consigliere regionale Salvatore La Penna e con la condivisione del segretario regionale Bruno Astorre, è “a sostegno di una candidata civica da sempre lontana dal Pd”. E Di Ciaccio nell’intervista video fa il nome ed il cognome, quelli della professoressa Sabina Mitrano. “Il terzo schieramento – aggiunge l’ex presidente del consiglio comunale di Gaeta – vede l’impegno della parte storica del PD e nuovi iscritti che tanto avevano sperato in una rinascita del partito, a sostegno del candidato Silvio D’Amante attuale componente della direzione provinciale del partito.”
Lo svolgimento lo scorso 20 marzo del congresso cittadino del Pd ha contribuito ad alimentare dissapori e veleni. Ma, nonostante la legittima elezione alla segreteria dell’avvocato Gianluca Conte (indicato dal capogruppo di “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello) ora candidata nella lista del Pd a sostegno della candidatura a sindaco della professoressa Mitrano, “ a nulla sono serviti i ripetuti appelli, agli organismi provinciali e regionali , a svolgere le primarie cittadine per un candidato unitario come stabilito dallo statuto e regolamento del PD nazionale – aggiunge un deluso professor Di Ciaccio – I cittadini, sconcertati, non riescono a farsene una ragione mentre il segretario provinciale Omar Sarubbo e il consigliere regionale La Penna continuano a rivendicare come un successo il rientro del simbolo anche attraverso disgustose passerelle organizzate in città. Si tratta di un simbolo ormai contaminato completamente , svuotato dei suoi valori , oltraggiato e offeso da chi fa della politica un mestiere e non una missione , di chi parla di cultura e punta a dividere , un simbolo che ormai a Gaeta è deriso da tutti dal centro destra e dal centro sinistra , un vero capolavoro della mancanza di visione politica, iniziato con l’ex segretario Claudio Moscardelli , e continuato con la stessa metodologia dall’attuale segretario in collaborazione gli organismi regionali”.
Insomma il direttivo, seppur a maggioranza, ha deciso di garantire alla sfida personale di Sabina Mitrano (che della prima Giunta di centro destra di Cosimino Mitrano è stata assessore alla Cultura prima di essere messa alla porta) l’apporto della lista del Pd quando la stessa aspirante primo cittadino non è un’iscritta Dem a differenza di Silvio D’Amante, la cui generosità è stata apprezzata anche da componenti del centro destra nel momento in cui ha proposto di mettere in naftalina le sue rivendicazioni pur di consentire l’unità al Pd.
La segreteria provinciale del Pd è stata in grado di registrare questi segnali o ha deciso di mettere la polvere sotto il tappeto? Damiano Di Ciaccio va oltre, fedele all’equazione secondo la quale il “nuovismo a tutti i costi non è sinonimo di affidabilità amministrativa”: “Dopo le elezioni amministrative, Silvio D’Amante sarà espulso dal Pd? Se fosse così, un analogo trattamento dovrebbe subirlo anche la presidente del consiglio comunale Pina Rosato che dal 2012 è al suo posto e non ha ricevuto sventolato in faccia alcun cartellino rosso”.
“Le dico – ha concluso l’ex presidente del consiglio comunale di Gaeta Di Ciaccio – che dopo il voto di Gaeta non succederà nulla perché non potrà succedere nulla. Mi dispiace che subito dopo il 12 giugno inizierà la campagna elettorale per le regionali e per le politiche ma a Gaeta vige un proverbio durante le festività natalizie ‘Dove hai trascorso Natale farai anche Santo Stefano’”. Insomma si sta alzando a Gaeta un ponto levatoio nei confronti degli aspiranti consiglieri regionali, deputati e Senatori Pd ? Quando la politica non riesce o non vuole fare sintesi, le conseguenze possono essere indecifrabili.
INTERVISTA Damiano Di Ciaccio, ex presidente del consiglio comunale di Gaeta