FORMIA – “Noi siamo pronti a rilanciare la produzione del pastificio già da domani. Siamo pronti ad acquistare le attuali due linee di produzione o ad installarne quattro nuove ma, nonostante siamo muniti di una sentenza chiara ed inequivocabile di un giudice del Tribunale di Cassino, abbiamo le mani legate. E’ un paradosso ma è così”. Si è protratto più del previsto un incontro che potrebbe significare molto sul futuro economico-occupazionale e sindacale del pastificio Paone di Formia. Ad ospitarlo è stato un luogo neutro ma strategico per la partita appena iniziata: il consorzio industriale del sud-pontino in località Bevano a Gaeta.
Per la prima volta sono stati seduti l’uno vicino all’altro il segretario territoriale di Latina e Frosinone della Flai Cgil Stefano Morea (affiancato da una delegazione di maestranze ed Rsu interne dello stabilimento alimentare in località Penitro a Formia) e Salvatore Pisani, il direttore generale della Corex spa di Battipaglia che da due anni e mezzo è proprietaria del sito produttivo ma delle linee di produzione. Sino allo scorso autunno lo era la “Domenico Paone spa” che, in base al concordato preventivo autorizzato dal Tribunale di Cassino, avrebbe potuto esercitare l’attività produttiva limitatamente ad un periodo di due anni versando alla Corex un canone mensile di 15mila euro. Un mese fa con una mirata e chiara sentenza il giudice del Tribunale di Cassino Vincenza Ovallesco ha dichiarato conclusa per cessata locazione l’esperienza industriale della “Domenico Paone spa”.
Insomma quest’ultima società, guidata dal manager italo argentino Alejandro Quentin, ha davanti due opzioni: o delocalizzi le attuali linee di produzioni o le ceda alla Corex spa di Battipaglia. Incontrando il sindacato più rappresentativo grazie alla mediazione dell’avvocato Daniele Lancia – alla riunione, per la cronaca, era presente anche l’ex vice presidente del Consorzio Industriale del sud pontino ed ex amministratore unico dell’ex pastificio Paone, Stefano Paone – la Corex ha rinnovato il suo “chiaro e trasparente” intendimento di proseguire, anzi di rilanciare la produzione e commercializzazione della pasta.
“Che sia quella Paone – ha auspicato il dottor Pisani – è il nostro auspicio perché rappresenta un brand di Formia in tutto il mondo, un simbolo di una sana imprenditoria cittadina a cui sono molto legati le attuali 33 maestranze”. La Flai Cgil non ha mancato l’occasione per esternare le sue perplessità sulla delicatezza del momento, soptrattutto dopo la sentenza per cessata locazione emessa dal Tribunale di Cassino. Tra poco meno di un mese scadranno i termini della cassa integrazione concessa dalla Regione per metà degli organici e le parti sociali, nonostante alcune richieste, non sono riuscite ad aver un incontro con il dottor Quentin. La Flai Cgil i suoi dubbi li ha esternati nel corso dell’incontro con Pisani: teme lo smantellamento graduale dello stabilimento “e questo non lo permetteremo assolutamente – ha detto Morea – Siamo pronti anche a importanti azioni a tutela e salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Questo pastificio rappresenta molto di più di uno stabilimento industriale”.
La Corex nell’incontro del Consorzio industriale ha ribadito di “voler acquistare e di non vendere alcunchè…”. Una riprova è stata la presentazione allo stesso Cosind di un businnes plan, di un piano industriale , che per molti ha rappresentato la migliore risposta fornita all’ente di promozione industriale del Golfo che aveva tentato, ottenendo magri risultati, di impugnare al Tar la vendita da parte del Tribunale di Cassino dello stabilimento di Penitro per poco più di due milioni di euro. La società di Battipaglia ha annunciato la realizzazione di “immediati investimenti” di natura tecnologica (grazie ai fondi dell’industria 4.0 e del Pnrr) ed il rilancio occupazionale dello stesso pastificio Paone ma sa che la prossima mossa spetta al dottor Quentin. L’attuale patron della “Domenico Paone spa” è stato invitato dalla Flai Cgil a chiarire i suoi “intendimenti” dopo la cessata locazione decretata dal Tribunale di Cassino e poi controbattere alla Corex in termini di rilancio del pastificio.
Il tempo a disposizione è esiguo perché il prossimo 26 giugno scadrà la cassa integrazione che, autorizzata per 19 dipendenti, è stata concessa per 13 settimane. Il confronto avviato al Consorzio Industriale del sud pontino tra le maestranze da una parte e la Corex dall’altra non ha escluso che a dirimere la controversia tra la proprietà del sito produttivo e la gestione (ormai ex) delle linee di produzione possa essere un arbitro eccellente….il Prefetto di Latina Maurizio Falco.