GOLFO DI GAETA – Hanno scelto di aderire alla linea intrapresa dai pescatori di tutta Italia schierati contro l’ormai noto come “caro gasolio”. I lavoratori del mare del Sud Pontino, impegnati in uno dei mestieri più faticosi della filiera legata al mare, hanno deciso infatti di ingrossare le file di coloro che, in tutta il Paese, stanno manifestando il loro dissenso dicendosi in “stato di agitazione” e rinunciando così anche ad uscire in mare con i loro pescherecci.
Uno stop deciso in extrema ratio per “urlare” il loro malessere che li colpisce in prima battuta, ma che si riverbera su tutti i lavoratori dell’intero comparto. Una loro rappresentanza oggi ha presidiato il Lungomare Caboto, in località La Piaja a Gaeta (Lt), con degli striscioni emblematici. “Caro gasolio=morte sicura” è forse tra gli slogan più forti lanciati: l’urlo disperato di una categoria che si sente metaforicamente condannata alla “morte” professionale per via di un aumento dei prezzi che non si sentono in grado di fronteggiare oltre.
Un prezzo che, dopo la pandemia – che ha già rappresentato un momento complesso per la categoria – e con l’arrivo degli attuali scenari bellici, è all’incirca triplicato.
“Siamo arrivati, non ce la facciamo più!” – ci confida il pescatore Francesco, che è solo uno dei membri della marineria del Golfo in lotta contro il “caro gasolio”. E proprio lui che spiega la dinamica della loro disapprovazione: il loro lavoro è legato a quanto sono in grado di produrre uscendo a pesca, in termini di prodotto ittico e relativo guadagno, se la gran parte di quel guadagno sono “costretti” a rinvestirlo in gasolio il margine da mettere via per fronteggiare imprevisti rispetto alla manutenzione ordinaria o straordinaria delle loro imbarcazioni -o avessero impedimenti rispetto allo stato di salute ( tentendo conto che trattasi di un lavoro usurante e tenendo conto del conseguente impedimento nello svolgimento del lavoro stesso!) non si riterrebbero più in grado di fronteggiare la situazione. Sarebbero costretti a “tirare i remi in barca”, come si suol dire.
Questo è quello che ci tengono a far capire, cercando di trasmettere tutta la loro preoccupazione vissuta per loro e per le loro famiglie, pensando dunque al loro futuro lavorativo ed esistenziale, questi lavoratori, una cui delegazione, ieri, ha partecipato anche alla manifestazione svoltasi ad Ancona ed un’altra prenderà parte a quella di domani a Civitavecchia. Ad annunciarcelo è un altro pescatore Mino della cooperativa “Porto Salvo seconda” di Gaeta che alla domanda circa la durata di questa loro manifestazione dice: “Se il prezzo del carburante sarà tale da permetterci un guadagno dignitoso noi tornero in mare, quindi fino a quando non raggiungerà prezzi consoni noi rimarremo fermi”.
Intervista a Mino, pescatore della cooperativa “Porto Salvo seconda” di Gaeta.
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