FORMIA – Il bambino ha ora 12 anni. La sua esistenza è stata segnata negativamente da quanto gli capitò nella tarda mattinata del 19 agosto 2014. Luca – il nome è di fantasia – voleva raggiungere al più presto il mare e la spiaggia di Vindicio per le quali la sua famiglia, il papà è un noto avvocato di Caserta, aveva deciso di acquistare una seconda casa in una traversa che “sbuca” sulla strada Litoranea a Formia. Quel giorno Luca aveva fretta. Era con il suo adorato nonno che lo teneva per mano. Il bambino tentò di svincolarsi per la prima volta pur di attraversare la strada e arrivare dall’altra parte della carreggiata, in prossimità dello stradello che confina con la chiesetta di Stella Maris. Il secondo tentativo rappresentò l’inizio di un’immane ‘via crucis’ per la famiglia di Luca e anche per quella di un operaio di Scauri, T.F., A bordo del suo furgone investì frontalmente il bambino in vacanza a Formia.
Da quel torrido giorno di agosto di 8 anni fa Luca non è più un bambino gioviale e amante del mare di Vindicio: la malasorte lo ha inchiodato a trascorrere una vita con un altissimo quadro di invalidità neurologica e fisica. Questa immane e triste vicenda è approdata ora davanti il giudice unico del Tribunale di Cassino perché, se c’è una famiglia che chiede giustizia ce n’è un’altra che per la vicenda, umana, di Luca e della sua famiglia è rimasta vittima di un interrogativo: “Poteva essere evitato questo investimento?”. La dottoressa Tania Tavolieri ha condannato l’ investitore, un uomo di Scauri, ad una sanziona pecuniaria di… 300 euro. Il reato ipotizzato per la quale è arrivata la condanna d’appello è stato quello lesioni colpose gravissime.
Prima dell’entrata in vigore della normativa che ha istituito il reato dell’omicidio stradale questo capo d’imputazione veniva trattato dall’ufficio del giudice di pace di Gaeta. La dottoressa Marianna Oliviero con la sua sentenza il 14 ottobre 2019 prosciolse T.F. perché l’investimento era avvenuto in prossimità di impianto semaforico che (in direzione Gaeta) indicava verde e poi perché il furgone che travolse Luca viaggiava a 66 chilometri orari. Le perizie che caratterizzarono questo processo di primo grado stabilirono che Luca si sarebbe potuto salvare solo se la velocità del mezzo fosse stata di 26 chilometri più bassa… ma neanche.
Insomma fu un fatto accidentale ed E.T., difeso dall’avvocato Massimo Signore, venne assolto. L’ordinanza dell’avvocato Oliviero venne impugnata in appello davanti il Giudice monocratico del Tribunale di Cassino dai legali di parte civile e nientemeno che dal Procuratore capo Luciano D’Emmanuele. La conclusione è arrivata in questi giorni: E.T. dovrà pagare 300 di multa ma lo farà subito e per ragione sostanziale.
Solo così la famiglia di Luca, attraverso un procedimento in sede civile, potrà ambire ad avvalersi – per quanto possa servire – di una ristoro economico. La difesa di E.T. ha già annunciato che, appena saranno note le motivazioni, non proporrà infatti ricorso per Cassazione. Di tutt’altro parere la compagnia assicurativa che, grazie ai 300 euro sanzionati all’operaio di Scauri, molto probabilmente sarà obbligata a formalizzare un riconoscimento economico nel tentativo di lenire l’amarezza e la sofferenza per quanto avvenuto sulla strada Litoranea di Formia 8 anni fa.