SAN FELICE CIRCEO/SABAUDIA – Nell’agro pontino, ben due comuni sono chiamati alle urne, rispettivamente, San Felice Circeo e Sabaudia. Nel primo caso, si parla di elezioni storiche: a prescindere dal vincitore, infatti, lo scranno del Sindaco, per la prima si tingerà di rosa. Nel secondo caso, la città delle dune si prepara a un’elezione al veleno, dopo lo scandalo che ha visto prima le dimissioni della sindaca Giada Gervasi lo scorso febbraio – all’epoca, apparentemente destinata a un bis – e al commissariamento del Comune poi. A questo punto una domanda sorge spontanea: se a parlare fossero i numeri, cosa direbbero di queste elezioni?
I “numeri” delle elezioni a San Felice Circeo
Il primo dato rilevante, come già detto, è quello del primo duello in rosa per lo scranno da Sindaco – Rita Petrucci sfida Monia Di Cosimo -, a cui quello dei candidati sindaci: due in meno rispetto a quelle del 2017, 1 in meno a quelle del 2012.
Sui nomi non ci sono grandi sorprese: la Di Cosimo – dolce metà del sindaco uscente Schiboni, che in un primo momento sembrava pronto per il bis – rappresenta la continuità, mentre la Petrucci, che a inizio anno si è dimessa da presidente del Consiglio, è diventata il volto di un vento di cambiamento che sembra rappresentare l’altra faccia della medaglia di queste elezioni.
Nessuna novità anche dal punto delle liste: unica per entrambe le sfidanti, come già era stato nel 2017 e nel 2012.
La vera novità è forse nella scesa in campo last minute della Petrucci – annunciata al fotofinish, quando le liste dovevano ormai essere pronte per la consegna -, sebbene sembri che stesse lavorando da un po’ a una squadra che potesse rappresentare una concreta alternativa da proporre ai suoi concittadini.
Le candidate: quel duello civico in rosa che promette scintille
Ma al di là dei numeri, ci sono le persone, ci sono le due candidate. Per quello che si promette un duello civico – pur avendo entrambe all’interno delle rispettive squadre alcuni rappresentanti di partito – che promette scintille.
Gli ingredienti ci sono tutti: continuità contro vento del cambiamento, la sfida in rosa, le squadre sapientemente mixate tra volti nuovi e la saggezza dell’esperienza… Se poi si aggiunge che a San Felice Circeo – causa numero abitanti, sotto i 15mila – la via del ballottaggio non è consentita, la cornice appare ancora più definita. L’importanza anche di un singolo voto rischia di essere determinante.
Ma basteranno questi ingredienti a garantire l’affluenza alle urne? La palla ora passa ai sanfeliciani.
I “numeri” delle elezioni a Sabaudia
Si andrà al voto, come già detto, anche a pochi chilometri più a sud di San Felice Circeo, in quella città delle dune che lo scorso febbraio è stata travolta dall’inchiesta scandalo (16 le misure cautelari emesse con l’arresto dell’allora sindaca, a cui ora sono stati revocati i domiciliari, ma con il divieto di dimora a Sabaudia) e che ha dato vita ad una campagna elettorale al veleno.
Il primo dato rilevante è sicuramente quella di un’ex maggioranza, che, sebbene nel caos, ha scelto di riprovarci con un proprio candidato sindaco (Paolo Mellano). Seguito dal fatto che, dopo una ventilata unione, il centrodestra, incapace di trovare la sintesi perfetta, correrà diviso, rappresentato da ben tre candidati diversi: Alberto Mosca (Forza Italia), Enzo Di Capua (Lega e FdI) e l’ex sindaco Maurizio Lucci, di un civico tendente a destra. Candidato unico, invece, per la sinistra, che ha schierato Giancarlo Massimi (Pd).
Altro dato rilevante è il fatto che, dopo il primo sindaco donna, poi, Sabaudia ha scelto di non correre di nuovo il brivido di tingersi di rosa.
Per quanto riguarda il numero degli aspiranti cittadini, il dato è ancora in calo: in 5 in corsa in questa tornata, contro i 6 di quella precedente e ben 9 in quella del 2013. Meglio per quanto il riguarda il numero delle liste, ben 15 quelle di questa chiamata alle urne – con ben 237 candidati consiglieri -, contro le 12 del 2017 e del 2013.
Infine, il dato forse più importante arriva forse da entrambi gli esiti delle passate elezioni: in tutte le due occasioni si è arrivati a un sudatissimo ballottaggio – tutto di centrodestra nel primo caso, nel secondo con l’elezione storica della prima donna sindaco -. Sarà questo anche il destino di questa campagna elettorale al veleno? O la continuità rappresentata da Mellano sarà lo stesso vincente? O forse, la vittoria toccherà a quel passato che vuole rifarsi presente, come nel caso dell’ex sindaco Lucci?