Gaeta / Ministero della Difesa: vendit appartamenti in via Annunziata, sentenza del Consiglio di Stato

Cronaca Gaeta

GAETA – L’amministrazione del Ministero della Difesa non può tentare di vendere il suo patrimonio immobiliare nel quartiere storico di Gaeta, in particolare modo, in via Annunziata alle spalle dell’omonimo Santuario, applicando illegittimi canoni di occupazione agli alloggi di sua proprietà ma da sempre nella disponibilità dei suoi ex dipendenti. Lo ha sentenziato la seconda sezione del Consiglio di Stato che, a distanza di ben otto anni, ha confermato una sentenza del Tar del Lazio – sezione di Latina.

Vi si era rivolto con un ricorso un ex maresciallo in congedo dell’Esercito che, assistito dall’avvocato Enrico Lisetti, aveva impugnato nel 2014 con successo la rideterminazione dei canoni di occupazione di un’abitazione concessagli il 22 giugno 1973. I giudici del secondo grado della magistratura amministrativa, confermando la sentenza del Tar, hanno di fatto ora censurato il tentativo del Ministero della Difesa – assistito in questo contenzioso dall’avvocatura dello Stato – di alienare il proprio patrimonio immobiliare.

Si tratta di un tentativo avviato da alcuni anni con la rideterminazione dei canoni di occupazione – che inizialmente erano di locazione – avvenuta con una vistosa carenza espositiva. Insomma – e l’ha sentenziato il Consiglio di Stato – i canoni di questi alloggi sono aumentati di tre-quattro volte a causa di un’inidonea motivazione e di una carente istruttoria. I giudici amministrativi sono andati oltre: hanno stabilito che siano ora rimborsati gli inquilini, ex dipendenti del Ministero della Difesa che, un tempo facenti parte per lo più dell’Esercito, hanno versato regolarmente questi canoni di occupazione definiti… illegittimi. Ma, nonostante l’iniziativa legale dell’avvocato Lisetti, molti ex militari, a fronte dell’abnorme aumento di questi canoni, hanno preferito lasciare le abitazioni che, occupate per anni, sono finite dritte dritte sul mercato immobiliare. La sentenza del Consiglio di Stato potrebbe bloccare definitivamente questo tentativo.