GOLFO DI GAETA – La Corte d’Appello di Roma ha di fatto rivisto alcuni capi d’imputazione ed ipotesi di reato – ora stralciate – che caratterizzeranno nell’estate 2019 l’operazione “Coast to Coast” con cui il commissariato di Polizia di Gaeta smantellò tra Fondi, Gaeta e Formia un’organizzazione dedita alla gestione di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione. Bisognerà attendere ora 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza con la quale la quarta sezione penale della Corte di Appello di Roma ha pressocchè stravolto la sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Cassino il 7 gennaio del 2021.
Nella sua requisitoria il Pubblico Ministero Eugenio Rubolino fu molto duro in sede di richieste delle condanne alla stessa stregua della voluminosa ordinanza di custodia cautelare, 57 pagine, notificata agli indagati nell’estate di tre anni arrivando ad ipotizzare l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale. Il Gup Scalera aveva, infatti, condannato A.D.O. ad anni due di reclusione e a 6000 euro di multa, M.D.Z. ad un anno e quattro di reclusione, mentre per E. D.N., giovane imprenditore di Formia, venne condannato alla pena conplessiva di quattro anni di carcere non solo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione mentre venne assolto dall’accusa di usura .
Il collegio giudicante – presidente Acerra, a latere Mariani e Ghedini Ferri – nonostante la richiesta del Procuratore Generale finalizzata ad ottenere l’integrale conferma della sentenza emessa in primo grado, ha rivisto, in ribasso, le condanne di primo grado. E accogliendo le istanze difensive degli avvocati Gianrico Ranaldi, Vincenzo Macari, Giulio Mastrobattista, Antonio Simoncelli e Matteo Macari, dopo oltre 3 ore di camera di consiglio, ha condannato A.D.O. ad un anno e mezzo di carcere, anni M.D.Z. ad un anno di reclusione mentre E.D.N.E., imprenditore formiano ora impegnato nel campo della termoidraulica e, all’epoca dei fatti, dipendente di banca incensurato, è stato assolto dal reato di estorsione ed è stato condannato ad un anno e mezzo di reclusione. Si tratta di una detenzione che l’uomo, difeso dagli avvocati Macari e Simoncelli, ha già scontato e pertanto è stato rimesso in libertà dai giudici d’appello.