FORMIA – A mettere le cose in ordine è stata, dopo 9 mesi, una sentenza della Corte di Cassazione: fu corretto l’operato dei Carabinieri della Compagnia di Formia quando chiesero ed ottennero dal Gip del Tribunale di Cassino la convalida sollecitata per legge dalla Procura per un uomo arrestato per detenzione ai fini di spaccio di droga. Il provvedimento di convalida del 7 settembre 2021 del Gip di piazza Labriola fu dichiarato nullo – e pertanto fu richiesto il pronunciamento ad hoc dei giudici della Suprema Corte – per un presunto e mancato colloquio, prima di quel adempimento previsto dal Codice di procedurale penale , tra la persona arrestata ed il suo legale difensore.
A distanza di tempo c’è stata nei giorni scorsi la convalida bis della persona tratta in arresto sulla scorta del pronunciamento della Corte di Cassazione che, censurando l’operato del Gip di turno il 7 settembre, ha precisato come non ci sia stato alcuna tipo di abuso, sostanziale e formale, dei Carabinieri che eseguirono l’arresto. I giudici della Suprema Corte hanno definito i limiti del diritto di colloquio tra la persona arrestata – utile a predisporre la linea difensiva in prospettiva dell’interrogatorio di garanzia – precisando che non è vi è alcun rapporto tra questo diritto e la richiesta di convalida che resta un atto indifferibile e urgente.
Un’eventuale lesione di questo diritto può benissimo essere sanata concedendo alla persona arrestata e priva di libertà la possibilità di interloquire con il proprio difensore prima dell’interrogatorio di garanzia. In più – spiegano i Carabinieri della Compagnia di Formia – la richiesta di colloquio avanzata dal legale difensore è sopraggiunta in un momento in cui erano ancora in corso gli accertamenti della droga sequestrata – era cocaina – da parte degli stessi Carabinieri.