FORMIA – L’ipotesi è stata messa sul campo nel corso di un incontro con le maestranze e i sindacati: e se la produzione della pasta Paone di Formia venisse delocalizzata in un capannone industriale del cassinate? Questa prospettiva economico-occupazionale è stata illustrata dall’amministratore unico della “Domenico Paone spa”, il manager italo argentino Alejandro Quentin, incontrando una delegazione di operatori capitanata dal segretario territoriale di Latina e Frosinone della Flai Cgil Stefano Morea. Quentin per la prima volta ha mostrato le sue carte dopo che lo scorso aprile con una mirata e chiara sentenza il giudice del Tribunale di Cassino Vincenza Ovallesco ha dichiarato conclusa per cessata locazione l’esperienza industriale della “Domenico Paone spa” presso lo stabilimento di proprietà di Penitro a Formia di proprietà della Corex spa di Battipaglia.
L’industriale sudamericano ha espresso la sua volontà di continuare la sua attività produttiva con la realizzazione e commercializzazione della pasta di Formia fuori dai confini della città utilizzando le due linee di produzioni acquistate nel 2019 nell’ambito del concordato preventivo concesso dal Tribunale diCassino alla vecchia proprietà del sito alimentare. Quentin ha rilanciato questa proposta dopo che la stessa Corex aveva incontrato i sindacati e le maestranze del pastificio illustrando un piano industriale che prevede l’acquisto da Quentin delle due linee di produzione ed il loro raddoppio sulla scorta della sentenza di sfratto emessa dalla dottoressa dal Tribunale di Cassino ai danni del dottor Quentin. Il quale ha deciso di non rimanere spettatore nel contenzioso avviato dalla Corex perché lasci la produzione della pasta nello stabilimento di Penitro.
L’imprenditore italo argentino ha dato mandato all’avvocato Luigi Visconti per impugnare in appello la sentenza della cessata locazione del giudice Ovallesco. Il pronunciamento ci sarà il prossimo 5 ottobre ma ha avviato un’indagine di mercato per localizzare nel Cassinate un sito in cui continuare a produrre la pasta Paone. La situazione non è delle più agevoli perché tra meno di dieci giorni, il 26 giugno, scadranno i termini della cassa integrazione concessa dalla Regione per 19 dei 33 dipendenti del pastificio.
La Flai Cgil teme lo smantellamento graduale dello stabilimento “e questo non lo permetteremo assolutamente a nessuno”– ha detto Stefano Morea.