TERRACINA – “Abbiamo sbagliato ma non pensavamo che la nostra condotta potesse risvolti così gravi”. Si sono espressi in questi termini i due ventenni di Fondi e Terracina comparsi davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese per l’interrogatorio di garanzia all’indomani del loro arresto da parte della Polizia con le gravi accuse di fabbricazione e possesso di materiale esplodente, minaccia grave nei confronti di appartenenti alla Polizia di Stato, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Giuseppe Lauretti, i due ventenni hanno ridimensionato le accuse formulate nei loro riguardi dal Capo della Procura di Latina Giuseppe De Falco e, cioè, di aver lasciato, sul parabrezza di un ‘auto parcheggiata nei pressi del commissariato di Terracina, volantini inneggianti al razzismo e al nazismo e dal forte contenuto minatorio – una persona incappucciata viene ritratta mentre taglia la gola agli agenti – nei confronti della Polizia. Anche la disponibilità di un ordigno presso la sua abitazione è stata definita una “bravata” da uno dei due indagati. In quest’ottica il loro collegio difensivo ha chiesto la revoca del provvedimento cautelare, richiesta sulla quale il gip Molfese ha chiesto un parere alla Procura.