Cronaca

Cassino / Delitto Serena Mollicone: conclusa la fase dibattimentale, cresce l’attesa per la sentenza

CASSINO – “Noi non c’eravamo nella pizzeria ‘Lo Sfizio’ di Isola liri nella giornata del 1giugno 2001, sia di mattino che di pomeriggio”. Lo hanno dichiarato nel corso udienza, la 46°, che ha concluso il dibattimento del processo per la morte di Serena Mollicone (nonostante lo sciopero nazionale indetto dalle Camere penali) i due testi citati dalla Corte d’assise del Tribunale di Cassino perchè considerati la seconda sosia della studentessa di Arce ed il suo presunto fidanzato. Rispetto alla versione fornita dall’ex titolare del locale di Isola Liri Loredana Spalvieri, hanno detto dell’altro i due testimoni che di fatto hanno posto fine, dopo 15 mesi, al dibattimento sul delitto di Arce.

La prima, accompagnata dai carabinieri di Balzorano dove risiede, è stata Sabrina Pede. La donna originaria di Isola liri , interrogata dal pm Maria Carmen Fusco, non ha saputo confermare quanto dichiarato nel 2002 alla Polizia e, cioè , di aver frequentato la pizzeria della signora Spalvieri esclusivamente insieme al fratello e all’allora fidanzato, l’attuale marito. La donna su un punto è stata, però, chiara: non ha mai conosciuto Serena e si è dichiarata sorpresa della circostanza che le somigliasse molto al punto da essere citata nel processo agli sgoccioli. Sabrina Pede ha ammesso invece di conoscere il secondo testimone, Stefano Domi, semplicemente perche’ all’epoca abitava nei pressi dei suoi genitori. Anche Domi ha confermato di non aver conosciuto Serena “nè di vista nè personalmente” ma, a differenza della ricostruzione fatta dalla Spalvieri, ha dichiarato in aula che la sua frequentazione della pizzeria di via Napoli era sporadica e serale con il suo gruppo di amici. Domi ha aggiunto che “di giorno lavorava presso il distributore di carburanti gestito dalla famiglia in località Spiga a Castelliri decidendo di pranzare sempre presso la sua abitazione.

Loredana Spalvieri, invece, aveva chiamato in causa Domi perchè, oltre ai capelli ricci neri e ai tre orecchini, il suo viso era contrassegnato dalla presenza di acne di cui l’uomo ora ha escluso di essere stato mai sofferente. “Ho fumato all’epoca qualche spinello. – ha concluso il 43enne di Sora – ma non sono mai stato un tossicodipendente” .

Rispetto alle dichiarazioni della Spalvieri, le due ragazze somiglianti a Serena Mollicone e i loro presunti accompagnatori hanno negato di essere stati nella pizzeria “Lo sfizio” di Isola liri nell’ora presunta della scomparsa e dell’omicidio della studentessa di Arce. La conclusione del dibattimento, comunque, è avvenuta con l’integrazione di alcuni documenti e foto.

Il legale di parte civile Elisa Castellucci ha presentato un certificato del medico di base di Santino Tuzi che, antecedente al suicidio del brigadiere di Sora avvenuto l’11 aprile 2008, escluse che l’uomo fosse affetto da alcuna forma di depressione.

I legali difensori dei tre principali imputati, Franco, Marco ed Annamaria Mottola, gli avvocati Mauro Marsella e Piergiorgio Di Giuseppe, hanno depositato alcune foto del quotidiano “Il Messaggero” dal cui scatto scaturirebbe l’orario in cui è terminata, presso l’ospedale di Sora, la prima ispezione del cadavere della povera Serena.

La difesa Mottola, in più, ha chiesto ed ottenuto che siano ritenute valide le dichiarazioni rilasciate davanti la Corte d’assise del Tribunale di Cassino da Simonetta Bianchi. L’ex commessa del bar “Chioppettelle” di Arce tra non molti “non ricordo” non confermò un litigio la mattina del 1 giugno 2001 tra Serena e Marco Mottola. In precedenza la teste in alcune Sit aveva affermato di essere stata finanche minacciata nel rilasciare alcune dichiarazioni agli inquirenti. Il processo per l’omicidio di Arce entra ora nella sua fase più delicata. In vista della sentenza confermata per il prossimo 15 luglio venerdì 1 luglio le pm Siravo e Fusco terranno la loro attesissima requisitoria cui seguiranno il 4 gli interventi delle parti civili, il 6 e 7 luglio quelli delle difese dei cinque imputati.

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