GAETA – Salvate il soldato Silvio! Continua a piovere sul bagnato per l’ex sindaco Pds di Gaeta Silvio D’Amante. L’ex primo cittadino continua ad essere nel mirino del fuoco amico. Che il centro sinistra gaetano sia diventato un campo minato talmente rischioso da praticare, la conferma, puntuale, è arrivata da un’altra ingenerosa bomba a grappoli piovuta sul capo del dentista ex primo cittadino. Ad aumentare ulteriormente il livello dello scontro nel campo progressista che il 12 giugno scorso ha candidato D’Amante all’incarico di sindaco è ora il Movimento Cinque Stelle. Il suo apporto elettorale sul conto dell’ex sindaco di Gaeta è stato pressoché inesistente – 209 preferenze pari al 1,92% quando D’Amante ha raccolto come aspirante sindaco 1233 preferenze parti al….10,89% – ma ora censura apertamente la scelta dello stesso D’Amante di votare favorevolmente la candidatura di Davide Speringo alla presidenza del consiglio.
Il M5S esprime “rammarico e contrarietà” per la decisione e per le modalità dalle quali è “scaturita la scelta unanime della minoranza” di votare Davide Speringo come presidente d’aula. Il post del movimento grillino di Gaeta – che potrebbe essere stato scritto da Simone Avico – 79 voti personali alle ultime amministrative nel corso delle quali è stato uno dei più stretti collaboratori del candidato D’Amante dopo aver avanzato la sua sfida elettorale – vanno anche a contestare le motivazioni degli ultimi “tese a giustificare l’azione come un segnale di apertura per un confronto leale tra le parti o, semplicemente, come un garbo istituzionale. Rappresentano vere e proprie deleghe in bianco concesse in seno alla maggioranza. Diverse ragioni ci spingono a sostenere ciò e a consigliare che un’astensione sarebbe quantomeno risultata ovvia”.
“Il comportamento del Presidente del Consiglio e della maggioranza potrà essere oggetto di valutazione quando, nel caso, interpellerà la minoranza per un confronto tematico e accetterà le sue mozioni. Difatti, davanti alla richiesta di attendere la costituzione delle Commissioni speciali per votare alcune modifiche al loro regolamento – osserva il Movimento Cinque Stelle – le minoranze hanno subito un chiaro e univoco parere negativo”. Il Movimento grillino denuncia le sue perplessità “sul metodo assunto” richiamando la minoranza (quale… dal momento ce ne sono due, entrambe progressiste?) a un chiarimento”. I grillini avrebbero auspicato “una breve sospensione e/o una convocazione dei Capigruppo” per l’adozione di una scelta (quella della presidenza del consiglio comunale)” e, invece, “la decisione della minoranza è stata la medesima della maggioranza”.
Per il M5S le minoranze – sia quella rappresentata da D’Amante che la componente di centro sinistra guidata da Sabina D’Amante – avrebbero dovuto lanciare un segnale anche al neo sindaco Cristian Leccese che il 5 giugno, in occasione dell’unico confronto elettorale tenuto in piazza Vincent Capodanno – si è rivolto “verso le minoranze (???) tacciandole di assumere atteggiamenti ostruzionistici e per giunta camorristici. Una scelta diversa, invece, avrebbe anche permesso di condurre l’elezione verso la seconda votazione della presidenza del consiglio delineando a priori una fragilità della maggioranza”.
Il Movimento Cinque Stelle nella parte conclusiva di un post pubblicato è protagonista di un doppio e pericoloso salto mortale…nel vuoto. Dapprima anticipa che presenterà alcune mozioni, progetti utili ai cittadini che “nella direzione della difesa dei beni comuni devono ricevere la piena condivisione delle minoranze”. Poi ribadisce la sua fedeltà al dottor D’Amante e al suo programma: “Resta il rapporto di fiducia…. Convinti che il nostro candidato a sindaco continuerà a impegnarsi affinché la partecipazione dei cittadini e la trasparenza restino cardini imprescindibili della nostra azione amministrativa. Auspichiamo che quanto accaduto nel primo consiglio Comunale rappresenti un inconveniente di percorso”. Tutto, insomma, e il contrario di tutto.
Questa contradditoria presa di posizione del M5S non è la prima invettiva lanciata contro l’ex sindaco di Gaeta. Alla vigilia dell’insediamento del consiglio comunale e, dunque, dell’elezione del presidente Speringo a chiedere le dimissioni dell’ex primo cittadino era stato in maniera confusionaria e poco elegante un altro ex sindaco di Gaeta Antonio Raimondi . Il fondatore del Movimento Progressista da Nairobi in cui lavora e vive aveva rivelato il contenuto di una vivace riunione interna tenutasi in collegamento remoto in un video sul profilo facebook. L’irritazione nei confronti di Raimondi è stata notevole pur di evitare di alimentare nelle fasi iniziali della consiliatura un sentimento di isolamento nei confronti del candidato sindaco D’Amante. Molti dirigenti del suo schieramento si stanno prodigando perchè D’Amante non crei ponti di dialogo con il Partito Democratico (di cui è iscritto) “colpevole”, però, di aver candidato, dopo un regolare congresso cittadino, Sabina Mitrano alla carica di sindaco.
D’Amante è storicamente legato, dal punto di vista politico ed umano, ad Enrico Forte, uno dei consiglieri regionali Dem eletti in provincia di Latina. Forte venerdì 8 luglio, alle 18.30, presso l’hotel Villa Irlanda, alla presenza del vice presidente Daniele Leodori, presenterà il suo ultimo libro e D’Amante è tra (i tanti) invitati. L’interessato, tormentato dopo una delle più deludenti e brutte campagne elettorali che si ricordano a Gaeta, si sta chiedendo se potrà andare senza fatwe, scomuniche e puerili rimproveri.