CASSINO – Nuovi incentivi ed un percorso di ricollocazione attiva per 1820 uscite volontarie. Per centrare questo duplice obiettivo la Fim Cisl, la Uilm, la Fismic, l’UglM e l’Aqcf Rappresentanza hanno firmato un importante accordo sindacale perché la transizione verso il motore elettrico che sta attraversando l’automotive debba essere accompagnato da una serie di interventi in grado di garantire la sostenibilità sociale ed evitare impatti traumatici e pesanti sull’occupazione attuale. Sono stati previsti nuovi percorsi di ricollocazione relativamente a 1820 uscite volontarie su un organico di 49mila dipendenti.
Per chi può raggiungere la pensione entro 48 mesi, gli incentivi saranno tali da garantire per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di naspi, il 90% della retribuzione e per i restanti 24 mesi il 70% della retribuzione più un importo pari ai contributi volontari da versare. Per gli operai che non raggiungono la pensione, l’incentivo sarà pari 24 mensilità e comunque a non meno di 55 mila euro, a cui vanno aggiunti 20 mila euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre. Per gli impiegati e i quadri che non raggiungono la pensione, l’incentivo varierà in base all’età: per chi ha almeno 50 anni, 24 mensilità per un importo comunque non inferiore a 55 mila euro; per chi ha tra 45 e 49 anni, 18 mensilità; per chi ha tra 40 e 44 anni, 12 mensilità; per chi ha meno di 40 anni, 6 mensilità. In ogni caso a queste mensilità si aggiungeranno 20 mila euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre prossimo.
I sindacati inoltre hanno concordato per impiegati e quadri un nuovo strumento, per favorirne la rioccupabilità. Stellantis metterà a disposizione all’interno un percorso di ricollocazione, denominato “active placement”, portato avanti con società specializzate del settore. In questo caso, la risoluzione del rapporto di lavoro con Stellantis avverrà nel momento in cui la persona, sempre su base volontaria, accetti un altro impiego già concretamente individuato presso una società terza, con la formalizzazione scritta del nuovo contratto di lavoro. Verrà comunque corrisposto un incentivo pari al 50% di quello normale. Sono in ogni caso fuori da questo percorso eventuali reimpieghi nelle società Iveco, CNHI e Ferrari.
“Si tratta di un accordo positivo perché permetterà di adeguare gli organici in modo socialmente responsabile prevedendo – hanno reso i sindacati di categoria – un concreto ed innovativo strumento di ricollocazione attiva, ad esclusiva adesione volontaria, che auspichiamo possa dare risultati concreti. Infatti il passaggio all’elettrico comporta un periodo di transizione durante il quale si determinerà un calo dell’apporto lavorativo ed un significativo cambiamento delle competenze professionali, che dovranno essere gestiti attraverso la formazione professionale e nuove assunzioni. Questa dinamica dovrebbe indurre tutti, come stiamo provando a fare in Stellantis, ad affrontare la questione occupazionale con il massimo anticipo possibile e con una pluralità di strumenti, che vanno dalle uscite volontarie e incentivate alla riqualificazione del personale e alle assunzioni di nuove figure, come abbiamo pattuito con il precedente contratto di espansione per gli enti centrali e di staff e come riteniamo si debba fare nella fabbrica di furgoni di Atessa con un nuovo contratto di espansione che consenta di mandare in pensione parte del personale e stabilizzare parte dei lavoratori precari”.
Fim Cisl, la Uilm, la Fismic, l’UglM e l’Aqcf Rappresentanza hanno auspicato che Stellantis implementi in tempi brevi gli investimenti previsti nel piano industriale. In particolare, dopo il lancio di Tonale e Grecale, la partenza delle nuove produzioni elettriche a Melfi, di Maserati GT e GC, l’assegnazione di ulteriori nuove produzioni, nonché le garanzie sulle prospettive future nelle realtà legate alle motorizzazioni endotermiche. “Diventa indispensabile effettuare una vera e propria riconversione, come deve avvenire a Termoli con la nuova Gigafactory, per cui siamo impegnati in una delicata ma importantissima discussione. In quest’ottica è indispensabile un incontro in sede ministeriale al fine di verificare i tempi di attuazione del piano”.