LATINA – Il 26 luglio il consiglio di Stato si pronuncerà, sia sulla richiesta di sospensiva che nel merito, sull’istanza del sindaco, ora sospeso, di Latina Damiano Coletta di ribaltare la sentenza del Tar del Lazio che ha disposto la ripetizione in 22 sezioni (su 116) il voto amministrativo svolto il 3 ed 4 ottobre scorsi. La notizia è stata confermata nella serata di martedì all’indomani della decisione del primo cittadino di impugnare davanti il secondo grado della magistratura amministrativa il verdetto del Tar che, a causa di presunte irregolarità, aveva chiesto un voto bis in 22 sezioni in cui al candidato sindaco del centro destra Vincenzo Zaccheo sarebbero mancati circa 1100 preferenze per vincere già al primo turno. Il dottor Coletta si è affidato ad un agguerrito colleggio difensivo composto dagli avvocati Tony De Simone, Gennaro Terracciano ed Annamaria Abbinente, la cui istanza di sospensiva, prevista per la giornata di martedì, è stata rigettata e rinviata nella discussione prevista a fine mese.
Naturalmente il 26 luglio la sentenza non arriverà non prima di alcuni mesi ed è assai probabile che il comune capuologo sarà guidato in questo lasso di tempo dal Prefetto Carmine Valente.
E lo ribadiscono nel dispositivo di rinvio i giudici del Consiglio di Stato: “Considerato che nel caso di specie non ricorre l’estrema gravità ed urgenza, in quanto la continuità dell’azione amministrativa può essere assicurata dalla nomina del commissario ad acta da parte del prefetto, mentre la decadenza del sindaco per il breve periodo intercorrente tra l’emissione del presente provvedimento e la fissanda udienza camerale non compromette in maniera considerevole e irreversibile la posizione del sindaco eletto; considerato in ogni caso che i profili di illegittimità, per la loro intrinseca difficoltà, debbono essere necessariamente valutati in sede collegiale”.
Intanto continua il pressing politico di Fratelli d’Italia nei confronti di Damiano Coletta. Mentre il consiglio di Stato negava a Coletta la sospensiva alla sentenza del Tar, alla Camera dei deputati Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale Lazio di Fratelli d’Italia, illustrava il contenuto di un’interrogazione inviata al Ministero degli Interni Luciana Lamorgese. A suo dire “gravissime violazioni hanno inciso sull’esito del voto. Nella sentenza del Tar si leggono preoccupanti motivazioni come la prassi della scheda ballerina, utilizzata dalla criminalità organizzata per condizionare e controllare il voto, dando una scheda già compilata all’elettore. Autorevoli esponenti del Partito Democratico, come il coordinatore regionale del Lazio, ha portato la sua solidarietà al sindaco decaduto per queste gravi irregolarità. E’ chiaro come l’avversione al voto diventi anche avversione ai controlli sul voto, ma tutto questo è molto grave. Non vorremmo che questa vicenda – ha tuonato Trancassini, venisse insabbiata, come è già successo proprio nella Regione Lazio per le inchieste sui 14 milioni di euro spariti per le mascherine, o per concorsopoli con l’ufficio di collocamento ad Allumiere per tutti gli esponenti del partito Democratico”
Il vice di Trancassini, Enrico Tiero, chiamava in causa il ruolo di Forza Italia dandogli , forse ironicamente, il bentornato “nel centrodestra”. “Siamo lieti di leggere le dichiarazioni del coordinatore provinciale Calvi che conferma che Forza Italia alle elezioni nelle 22 sezioni indicate dal Tar, sosterrà Vincenzo Zaccheo. Del resto si tratta di una scelta quasi obbligata dal momento che la scheda elettorale rimarrà la stessa del 3 e 4 ottobre, e sotto il nome di Vincenzo Zaccheo ci saranno gli stessi simboli di allora, Forza Italia compresa. Il tema vero è cosa – osserva Tiero – intende fare Forza Italia se il Consiglio di Stato applicasse la sospensiva. È su quello che vogliamo chiarezza. Non mettiamo in dubbio la lealtà di Forza Italia nei mesi che hanno preceduto le elezioni, non discutiamo il lusinghiero risultato ottenuto che ha contribuito a far raggiungere al centrodestra unito il 53% dei consensi. Contestiamo quanto avvenuto successivamente, cioè la scelta di Forza Italia di andare a fare parte della disastrosa maggioranza di programma del sindaco Coletta. Fratelli d’Italia, subito dopo l’esito del ballottaggio, ha detto chiaramente quale era la strada da seguire: far partire l’amministrazione, consentire l’approvazione del bilancio e la messa in sicurezza dei conti del Comune, e poi sfiduciare il sindaco per tornare al voto. Forza Italia ha scelto invece di diventare parte della maggioranza di Coletta, assieme a PD e Movimento 5 Stelle. Adesso, non potremmo accettare che se si vota, Forza Italia torna nel centrodestra, in caso contrario torna a fare la stampella ad un sindaco di sinistra, perché di questo si tratta”.
Fratelli d’Italia dice di non “essere per le scelte di convenienza. Siamo per scelte coerenti con un percorso, e il nostro è un percorso di centrodestra. Non possiamo tollerare eccezioni a sei mesi dalle elezioni politiche nazionali e regionali. Per questo – ha sollecitato Tiero – chiediamo che intervengano i leader nazionali: Latina non può costituire un precedente”.
Ecco l’aut aut finale a Forza Italia: “Se vuole continuare ad essere perno del centrodestra, ricoprendo il ruolo che giustamente le spetta, sia consequenziale: non deve limitarsi a sostenere Zaccheo al voto, ma, nel caso in cui il Consiglio di Stato riabilitasse il sindaco e i consiglieri comunali, deve contribuire con i suoi voti a percorrere la sola strada possibile: sfiduciare Coletta e chiudere definitivamente questo capitolo“. Fdi ed Enrico Tiero si attendono da Calvi e dal senatore Fazzone “una risposta chiara, netta ed inequivocabile. Come vorremmo sapere come intenda risolvere la questione relativa alla Provincia di Latina dove governa con il Pd. L’unità del centrodestra non si fa a parole, si fa nei fatti, a Forza Italia non resta che dimostrare da che parte vuole stare”.