FORMIA – La messa alla prova e, dunque, il tentativo di perseguire una riabilitazione va motivata con un programma più articolato e dettagliato rispetto a quanto presentato. Lo ha detto il Gup del Tribunale dei Minorenni di Roma Efisia Gaviano nella nuova udienza del processo per l‘omicidio di Romeo Bondanese, il 17enne di Formia ucciso la sera del 16 febbraio 2021 al culmine di una lite che scoppiò sul terrazzo sovrante la darsena de La Quercia, a Formia. Il Tribunale dei Minorenni sperava che l’ammissione alla prova, autorizzata lo scorso 18 maggio anche dal sostituto Procuratore Maria Perna, fosse più circostanziata da parte delle difese dei quattro giovani all’epoca dei fatti minorenni di Casapulla, Recale, Caserta e Portico di Caserta, accusati il primo di omicidio preterintenziale, gli altri tre di rissa aggravata.
Questo piano – a dire del Gup Gaviano – sarebbe dovuto essere redatto in collaborazione con gli assistenti sociali dei Comuni in cui risiedono i quattro imputati e dall’ufficio esecuzione penale di Caserta. Questa “scarsa collaborazione” è stata censurata dal Tribunale dei Minorenni anche per quanto riguarda la mancata previsione di un risarcimento danni che la difesa del presunto autore del delitto – un giovane ora 19 anni di Casapulla – avrebbe dovuto presentare alla famiglia di Bondanese. Quest’ultima era rappresentata in udienza dalla madre della vittima, la signora Tina che, affiancata dall’avvocato Civita Di Russo, ha trattenuto a stento le lacrime per il comportamento “poco collaborativo” delle difese dei quattro imputati esternando, in considerazione della minore età degli imputati all’epoca dei fatti contestati, il rammarico di non aver potuto formalizzare la sua costituzione di parte civile in un processo aggiornato al 5 ottobre per verificare le linee guida dell’ammissione alla prova dei quattro imputati per la rissa e per l’omicidio di Romeo Bondanese. Nei giorni scorsi erano state rese note le motivazioni alla base della sentenza dello stesso Gup Gaviano con cui aveva assolto dall’accusa di rissa il cugino di Bondanese, Osvaldo Vellozzi, all’epoca dei fatti 17 enne.
Secondo il magistrato il giovane fu il primo, “prima degli altri del gruppo”, a capire cosa stava gravemente avvenendo e a raggiungere il familiare. Il 17enne, che rimase ferito gravemente all’inguine, fu protagonista di un atteggiamento psicologico teso ad aiutare Romeo e, nel tentativo di bloccare ed allontanare il presunto omicida del cugino, sarebbe stato ferito da quest’ultimo alla gamba destra al punto da non rendersi conto di tutto quanto stava succedendo attorno a lui” .
Le motivazioni della sentenza del Gup Gaviano avevano offerto un’altra rivelazione: il movente dell’omicidio….che in effetti non c’è mai satto . Il presunto omicida e Bondanese si parlarono per un’incredibile scambio di persona. Romeo si rivolse al giovane di Casapulla perché lo aveva scambiato – si legge nelle motivazioni del Gup Gaviano – per un suo amico di Formia. “Uè…..R. manco mi saluti”. Il 17enne casertano gli avrebbe risposto con frasi del tipo: “Ma che vuoi? Vuoi vedere che ti spacco la faccia” Se sali sopra, ti spacco la faccia”. La risposta dell’indagato per omicidio preteritenzionale è stata riportata da molte persone presenti “in termini leggermente diversi, fermo restando la circostanza che si trattava di espressioni aventi natura aggressiva e alterata”. Romeo chiese al suo interlocutore cosa volesse e spiegò agli amici “cosa realmente chiedessero da lui”. Per il Tribunale dei Mimnorenni tra la vittima ed il suo aggressore un contatto ci sarebbe stato dopo qualche parola di troppo ma “se così fosse – scrive il Gup Gaviano – non sminuisce né giustifica l’indiscussa e sconcertante dram-maticità e gravemente di quanto successivamente accaduto”.
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