TERRACINA – C’è anche il nome del parlamentare europeo di Fratelli d’Italia tra quelli dei cinquanta indagati che campeggiano nella chilometrica ordinanza del Gip del Tribunale di Latina che, accogliendo una specifica istanza della Procura di via Ezio, ha decapitato l’amministrazione comunale di Terracina. Lo ha rivelato lo stesso ex sindaco Nicola Procaccini a poche ore dalla notifica del provvedimenti cautelari da parte della Guardia Costiera e dei Carabinieri della locale Compagnia.
Cinque sono finiti ai domiciliari, a vario titolo, per i reati di falso, turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione, oltre a frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rilevazioni del segreto d’ufficio: l’attuale sindaco Roberta Tintari, l‘ex vice Sindaco Pierpaolo Marcuzzi (era stato arrestato lo scorso febbraio per far parte della segreteria dell’Onorevole Procaccini dopo l’annullamento dell’ordinanza da parte della Cassazione), l’attuale presidente del Consiglio Comunale Gianni Percoco (all’epoca dei fatti assessore al demanio), l’ex dirigente comunale Corrado Costantino, il funzionario dello stesso Alberto Leone e l’imprenditore Giampiero La Rocca.
Dal Gip del Tribunale di Latina sono stati interdetti per un anno da dai pubblici uffici o dall’attività imprenditoriale i vari Raffaele Graziani, Ivo Di Sauro e Alfredo Smaltini, il tecnico comunale Giuseppe Zappone Carlo Sinapi, Giuseppe Mosa e Davide Di Leo, quest’ultimo assessore al bilancio in carica che ha ricevuto un altro divieto, quello di dimora nei prossimi 12 mesi a Terracina.
“Non ho ancora avuto modo di verificare con attenzione cosa esattamente mi viene attribuito, vedremo le carte. La cosa ovviamente non mi lascia indifferente, ma sono sereno e la affronterò come si affrontano tutte le cose della vita”. Procaccini ha chiarito di essere indagato perché coinvolto nel procedimento “per due episodi relativi alla precedente amministrazione nella quale ero sindaco tra il 2017 e il 2018″.
Riferendosi ai fatti contestati al sindaco Roberta Tintari e all’ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi (difesi dagli avvocati Masimo D’Ambrosio e Giulio Mastrobattista), suo attuale collaboratore al Parlamento Europeo, Procaccini si dice “convinto della loro onestà e che saranno in grado di chiarire ogni aspetto di questa vicenda”.
“Resta la sofferenza delle persone e delle famiglie – ha affermato ancora l’eurodeputato – ma la giustizia deve fare il suo corso”. Ma perché questo nuovo ciclone giudiziario all’ombra di Monte Giove? Gli inquirenti hanno passato al setaccio due settori sensibili nell’attività amministrativa del comune, quelli alle Opere Pubbliche e al demanio, nello specifico, nella estione di alcuni tratti di spiaggia. Questa vicenda è scaturita dai controlli effettuati dalla Guardia Costiera durante l’attività istituzionale denomunata “Mare Sicuro 2019”, cioè quando il comune di Terracina, dopo le dimissioni del sindaco Procaccini (appena eletto deputato europeo per Fdi), era guidato dal suo vice Tindari: i fatti che vengono contestati agli indagati risalgono proprio a quel periodo di tre anni fa. L’attività ha riguardato inizialmente anche aree oggetto di concessione demaniale, poi l’arena del Molo di Terracina, dove in giornata sono stati sequestrati in via preventiva un camping, un ristorante e altri beni di un’associazione sempre in quell’area. Le indagini hanno riguardato anche sanatorie di opere che ricadono sul demanio, lavori ed opere pubbliche eseguite dal comune, tra cui anche la realizzazione di un ponte ciclopedonale attraverso – sostiene la procura – l’indebita percezione di fondi europei. Questo è il quadro che è stato ricostruito dall’accusa in circa 12 mesi di indagine, ora bisognerà aspettare gli interrogatori per capire invece qual è la versione degli indagati. Intanto è subito scoppiata la polemica politica.
La Lega, alleato a livello nazionale di Fdi, ha chiesto il ricorso alle elezioni amministrative anticipate al comune di Terracina: “Questa comunità ritorni al voto, affinché sia assicurata una guida amministrativa autorevole in questa fase delicata per la città e la società nel bel mezzo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, della crisi economica e della pandemia”.
Lo ha affermato Gianfranco Rufa, senatore e commissario provinciale della Lega di Latina, che aggiunge: ”Nel pieno rispetto dei principi garantisti nei confronti degli arrestati e degli indagati, la Lega, forza di opposizione del governo Tintari, ritiene che Terracina non possa restare nell’immobilismo amministrativo”.