TERRACINA – Una montagna di documenti e memorie per dimostrare come i rapporti con i vertici del comune di Terracina non fossero improntati alla connivenza ma erano di palese e continua avversità. Lo confermerebbe l’invio di ricorsi al Tar ma anche di Pec contenenti diffide legali. Hanno deciso di rispondere alle domande del Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota i primi quattro dei sette indagati dell’operazione “Free Beach” che, su richiesta della Procura di Latina, hanno ricevuto l’interdizione per un anno dai pubblici servizi e dalle rispettive attività imprenditoriali e finanche il divieto di dimora nel comune di Terracina.
L’imprenditore (titolare del campeggio “Arcobaleno” Ivo Di Sauro), per esempio, ha negato di aver saputo anticipazioni sul contenuto del piano di utilizzo delle spiagge (Pua) e di aver esercitato presunti condizionamenti sulle scelte che stava per compiere la Giunta e la maggioranza Tintari.
Ha smentito di aver ottenuto favoritismi lo stesso Raffaele Graziani, l’ex amministratore della società White srl accusato di aver occupato illegittimamente uno spazio del demanio marittimo e, dopo avervi realizzato un’opera abusiva, avrebbe impedito l’uso pubblico
Anche il geometra Giuseppe Zappone e l’ex presidente del nucleo di valutazione del comune di Terracina Giuseppe Mosa hanno respinto tutti gli addebiti mossi dal Gip Castriota chiarendo come la richiesta ed il rilascio di alcune concessioni balneari e di alcune sanatorie edilizie o la rimozione di alcune opere abusive su aree demaniali fossero state al centro – a differenza di quanto sostiene la Procura e condiviso dal Gip Castriota – di dissidi e di un aspro rapporto con lo stesso comune di Terracina.
Il nutrito collegio difensivo, composto dagli avvocati Adelingo Maragoni, Vincenzo Macari, Enrico Iascone Maglieri, Toni De Simone, Gianni Lauretti e Marco Popolla, ha annunciato che formalizzerà le sue richiesta al Gip circa l’attenuazione della misura interdittiva solo al termine degli altri interrogatori di garanzia.
Mercoledì saranno sentiti gli altri tre indagati finiti ai domiciliari – l’ex vicesindaco Pierpaolo Marcuzzi, il funzionario comunale Alberto Leone e l’imprenditore Giampiero La Rocca – mentre giovedì è previsto l’interrogatorio degli altri tre indagati – l’ex assessore al bilancio Davide Di Leo, l’imprenditore Alfredo Smaltini ed il responsabile del settore demanio del comune di Terracina – destinatarie delle misure interdittive del Gip Castriota.