CASSINO – Il tratto iniziale della superstrada Cassino-Sora torna a macchiarsi di sangue e la tragedia di Francesca Lafragola, di soli 24 anni, è stata soltanto l’ultima in ordine cronologico che si è consumata lungo questa arteria tra le più pericolose del centro-sud d’Italia. La giovane donna nel tardo pomeriggio di martedì stava tornando a casa, a Sant’Elia Fiumerapido, quando, in sella ad un moto su cui c’era il fidanzato 26enne di Rocca D’Evandro, è stata vittima di una caduta gli è risultata fatale dopo un impatto con una Fiat Punto. I soccorsi sono stati tempestivi ma inutili. Francesca era morta sul colpo, il fidanzato ha riportato diverse fratture e si trova ricoverato ora in prognosi riservato in un ospedale romano dove è stato trasferito a bordo di un’eliambulanza del 118.
L’11 luglio di quattro anni fa nello stesso punto in cui ha perso la vita la giovane di Sant’Elia Fiumerapido si era consumata un’altra immane tragedia. Avevano perso la vita Serena Pezzella, assistente sociale di 36 anni e, dopo un’agonia durata un mese press il reparto di rianimazione del policlinico Gemelli di Roma, la figlia di due anni e mezzo Dalia Russo. Fu diversa la dinamica dell’incidente in cui morirono madre e figlia: la Lancia K su cui si trovarono si scontrò contro un articolato alla cui guida c’era un 52enne di Napoli.
A distanza di quattro anni da quella tragedia sono in piedi due procedimenti davanti il Tribunale di Cassino, entrambi promossi dal legale di parte civile delle due vittime, l’avvocato Daniele Lancia. Il primo di natura penale, il secondo con un carattere civilistico per verificare se l’Amministrazione provinciale avesse messo a punto all’epoca dei fatti tutti gli standard di legge per la manutenzione dell’arteria.