REGIONE LAZIO – Il gioco d’azzardo resta una preoccupante realtà per via delle patologie ad esso collegate – le ben note ludopatie – sia per le possibili infiltrazioni dell’interesse criminale. Sull’argomento tornano le Caritas Diocesane del Lazio alla luce dell’approvazione del Consiglio Regionale del Lazio, nella seduta del 27 luglio 2022, di un “subemendamento alla legge di Assestamento di Bilancio” che interviene rispetto alla Legge regionale n.5 del 2013 – ” Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico” – così come modificata dalla norma del 21 febbraio 2020.
“Con le nuove disposizioni – scrivono in una nota congiunta le Caritas di tutta la regione – la distanza delle sale gioco dalle aree sensibili passa da 500 a 250 metri solo per gli esercizi di nuova apertura. Nessun limite di distanza, quindi, per gli esercizi pubblici commerciali e le sale da gioco già esistenti alla data in vigore della nuova disposizione, rispetto alle aree sensibili, quali istituti scolastici, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali sanitarie o socioassistenziali, luoghi di culto. Assente anche il richiesto divieto di vendita in questi locali degli alcolici”.
Ed aggiungono: “Le nuove norme introducono alcune prescrizioni condivisibili che avevamo suggerito e che riguardano tutti gli esercenti, non solo quelli di nuova apertura, tra cui: la riduzione della frequenza delle singole giocate a non meno di una giocata ogni 30 secondi; la separazione netta tra lo spazio dedicato agli apparecchi da gioco e gli altri ambienti degli esercizi; una pausa obbligatoria di 5 minuti ogni trenta minuti di gioco consecutivi; interdizione dal gioco ai soggetti in stato di manifesta ubriachezza; riduzione delle fasce orarie di gioco, lasciando però ai comuni la facoltà di deliberare in materia”.
“Si tratta di misure pensate per contrastare il gioco d’azzardo patologico – spiegano ancora nella nota – ma che, se non inserite in un contesto più vasto, a partire dalla limitazione e regolamentazione dei punti di gioco presenti in modo troppo capillare, non sortiranno gli effetti desiderati. Abbiamo più volte sollecitato provvedimenti per creare quella rete regionale di servizi sanitari per la cura della dipendenza da gioco d’azzardo che oggi, nei fatti, è puramente simbolica, e per sostenere quelle famiglie che si ritrovano ad essere gravemente sovraindebitate a causa della sofferenza di un proprio familiare”.
Alla luce della rilevazioni di dati allarmanti – nel 2021 “sono stati giocati nel Lazio ben 11 miliardi e 568 milioni di euro” – le Caritas del Lazio annunciano, per le prossime settimane, un appello ai Sindaci dei comuni delle rispettive Diocesi chiedendo, per quanto concerne le loro competenze – in primis per gli orari di apertura degli esercizi.