SUD PONTINO – “Da giorni il Lazio sud è interessato da vasti incendi che hanno distrutto ampie porzioni di territorio all’interno dei Parchi regionali, come il Parco naturale dei Monti Aurunci, e diversi comuni tra i quali Fondi, Formia, Gaeta, Itri e Minturno. L’arcidiocesi di Gaeta esprime un ringraziamento e un incoraggiamento al personale del Corpo dei Vigili del Fuoco e delle associazioni di Protezione Civile e del mondo del volontariato che con sacrificio e passione assicurano ogni giorno la sicurezza alla popolazione. Al contempo, la Chiesa di Gaeta esprime una forte condanna verso coloro che, nell’anonimato e con dolo, hanno causato gli incendi distruggendo il nostro patrimonio naturale. Ogni cittadino deve farsi promotore della difesa del territorio e della sua bellezza, non solo con la cura del bene comune, ma anche con la denuncia alle autorità competenti” – inizia così una nota dell’Arcidiocesi di Gaeta, con la quale manifesta l’aperta condanna ai presunti autori dei fenomeni incendiari che in questi giorni hanno ferito la nostra terra.
L’arcivescovo di Gaeta Luigi Vari ha affermato: “Ogni anno il nostro territorio è funestato dal fenomeno degli incendi. Quest’anno mi sembra ancora di più. Ieri sera la montagna di Formia in fiamme faceva paura, rendeva irrespirabile l’aria. Ma ancora di più scoraggiava considerare come questo fenomeno sembra impossibile da fermare. Non sono un esperto da poter determinare l’origine degli incendi, ma certo qualche responsabilità da parte nostra c’è, almeno a livello di manutenzione del territorio e di indifferenza. Poi, se come molti pensano, quest’incendi sono dolosi, allora non ci sono parole per condannare comportamenti che non hanno nessuna considerazione dell’ambiente, del territorio, della salute, degli altri. Distruggere il territorio per i propri interessi e per qualunque altro motivo è un comportamento grave e immorale e non ha giustificazione. Il fenomeno degli incendi è come uno stigma su di noi. Non ci fa onore”.
Il professor Alessio Valente, docente di Geologia dell’Università del Sannio (Benevento), afferma: “Quel che resterà dei versanti montuosi di Formia, Fondi e Itri, devastati dagli incendi di questi giorni, corrisponderà a quanto teniamo alla nostra terra e alla nostra esistenza. Direttamente o indirettamente dobbiamo sentirci responsabili di questi roghi e della qualità della vita che ci sarà in seguito a essi. Probabilmente non riusciamo a percepire cosa significa perdere la copertura vegetale di quei luoghi (ad esempio, l’aumento di frane e colate di terra) e neppure la conseguenza, anche se fosse solo temporanea, sui nostri organi (ad esempio, la diffusa difficoltà respiratoria). Una cosa è certa: tutto ciò rivela il nostro disprezzo del Creato. Proviamo immediatamente a prenderci cura dell’ambiente così maltrattato e delle persone che sono state danneggiate dagli incendi per dare loro speranza. Le nuove generazioni ci riterranno responsabili di aver distrutto il loro futuro!”.