GAETA – La Prefettura di Caserta ci dica come comportarci. E’ la richiesta che campeggia in una lettera che il sindaco di Gaeta Cristian Leccese, quale comune capofila del distretto socio sanitario del sud pontino, ha inviato alla Prefettura di Caserta all’indomani degli ultimi due provvedimenti che hanno riguardato il consorzio “Nestore” che, per conto del distretto socio sanitario Latina 5 e della stessa Asl di Latina, gestisce importanti servizi alla persona sul territorio del sud pontino.
Il Tar Campania aveva confermato ai danni del consorzio di Falciano del Massico un’interdittiva antimafia e poi la sezione Misure di Prevenzione e sorveglianza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva precluso la possibilità allo stesso Consorzio di conservare gli appalti promossi nel corso di questi anni dal distretto socio sanitario.
Da qui la decisione del sindaco di Gaeta Leccese di interpellare la Prefettura di terra di Lavoro verificando due opzioni: la sospensione dell’efficacia degli appalti aggiudicati al consorzio Nestore o la nomina di una sorta di commissario ad acta. In effetti lo stesso Tribunale penale di Santa Maria Capua Vetere aveva respinto la richiesta del Consorzio di usufruire, ai sensi del decreto legislativo 159 del 2011, del “controllo giudiziario”, di operare, cioè, sotto tutela con la facoltà di riferire periodicamente sulla sua attività societaria con il distretto socio sanitario del Golfo alla Polizia Tributaria e alla Questura di Caserta. “Il comune di Gaeta, come tutte le stazioni appaltanti d’Italia, ha dei compiti ben precisi – ha dichiarato il sindaco Leccese – E’ la legge, il Codice degli appalti, che disciplina tutti i passaggi che devono essere effettuati. La mia Giunta si è attivata subito e l’ha fatto con celerità e serenità”.
La vicenda approderà comunque nel primo consiglio comunale utile di Gaeta. Il consigliere di opposizione ed ex sindaco Silvio D’Amante ha sollecitato un’assemblea urgente dei sindaci dei comuni facenti parte del distretto socio sanitario perchè si temono il blocco di importanti servizi a favore di fasce sociali a rischio e anche ripercussioni di natura occupazionale ai danni degli stessi lavoratori che, residenti per lo più nei centri del sud pontino, in queste vicende – aveva sostenuto D’Amante – non hanno nulla a che fare con queste vicende”. Sull’iniziativa politica del consigliere D’Amante il sindaco Leccese ha fatto fatica a nascondere la sua ironia:”E’ un suo diritto formalizzare questo tipo di richiesta e avrà tutte le risposte in consiglio comunale…”