SPERLONGA – E’ bastata una settimana di tempo ai Carabinieri della Stazione di Sperlonga e della Compagnia di Terracina per identificare il presunto autore dell’aggressione omofoba di cui sono state vittime una turista di 34 anni di Roma e la sua compagna la sera di Ferragosto nel tratto iniziale del centro storico della parte alta del borgo saraceno. Sarebbe stata determinante la ricostruzione fatta di quanto avvenuto dalla donna di Roma che, assistita legalmente dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, aveva raccontato agli inquirenti di essere stata pesantemente apostrofata prima e spintonata poi da un giovane che non aveva gradito – a suo dire – di passeggiare abbracciata alla sua compagna.
Il presunto autore dell’aggressione, un giovane che non risiederebbe a Sperlonga, ha offerto la sua versione sui fatti dopo essere stato identificato dai Carabinieri grazie anche al contenuto del sistema di videosorveglianza della zona. Ha confermato sì di aver verbalmente offeso la 34enne e la sua amica ma ha negato di averle strattonate e spinte a terra. I Carabinieri di Sperlonga hanno intanto inviato una prima informativa alla Procura della Repubblica di Latina e vi hanno allegato il referto medico rilasciato alla 34enne da parte dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi.
Le avevano diagnosticato alcuni giorni di prognosi per alcune escoriazioni ed ecchimosi riportate agli arti inferiori e superiori dalla 34enne a causa della caduta provocata dagli spintoni. Ad esprimere solidarietà alle due donne erano state le associazioni “Basso Lazio OdV” e “Pata Pata Arci Aps” e anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che, twittando quella che aveva definito “una bruttissima aggressione contro due ragazze lesbiche, aveva avanzato un interrogativo:”Può un bacio scatenare tanta violenza?” La sua risposta fu negativa chiedendo più diritti e più tutele alle persone LGBT+”.
Per le associazioni “Basso Lazio OdV” e “Pata Pata Arci Aps” è’ inaccettabile che qualcuno si senta legittimato ad aggredire verbalmente e fisicamente una donna perché passeggia tenendo per mano un’altra donna. Riconosciamo con rammarico che le aggressioni con movente omofobico, lesbofobico, bifobico, transfobico nel nostro Paese non sono previste nella loro specificità dal nostro ordinamento per una precisa scelta politica, confermata anche durante l’ultima legislatura con l’affossamento del ddl Zan. Per arginare questo tipo di aggressioni è fondamentale l’impegno congiunto delle istituzioni e della società civile per educare al rispetto tutte e tutti”.