PONZA – L’ex sindaco di Ponza Piero Vigorelli non commise alcun danno erariale omettendo di aprire alla pubblica fruibilità la spiaggia più bella ed incantevole della principale isola pontina. E, di conseguenza, non è stato giusto chiedergli il pagamento di un danno di un milioni e 300mila euro. Lo ha sentenziato la stessa Corte dei Conti archiviando un procedimento che aveva monopolizzato l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti del Lazio, nel marzo 2022. La vicenda della mancata apertura della spiaggia di Chiaia di Luna a Ponza era stata presentata come un fiore all’occhiello dell’attività istruttoria della Corte, con una quantificazione del danno erariale – come detto – di circa un milione e 300 mila euro.
E, invece, lunedì 22 agosto i presunti colpevoli del danno erariale hanno ricevuto una notifica in base al quale il procedimento a loro carico era stato archiviato “in quanto non sono emersi elementi idonei a comprovare utilmente in sede di giudizio la sussistenza di irregolarità amministrative e/o condotte anti doverose”.
Erano finiti nei guai nel dicembre l’ex sindaco ed ex giornalista Mediaset Piero Vigorelli, l’ex Commissario Prefettizio del Comune (in carica dal settembre 201 al maggio 2012) Agata Iadicicco, l’ex dirigente comunale dei Lavori Pubblici Antonino Feola detto Bixio – difeso dall’avvocato Lino Magliuzzi – e l’ex vicesindaco Giosuè Coppa, poi deceduto Cosa contestava loro la Corte dei Conti? Sulla falesia di Chiaia di Luna – sosteneva la Corte – c’erano stati interventi di mitigazione del rischio (apposizione di reti) finanziati dal Ministero dell’Ambiente. Il collaudo e i certificati di agibilità indicavano che la spiaggia poteva essere aperta e fruibile al pubblico.
L’ex sindaco di Ponza Rosario Porzio, sulla base di quelle certificazioni, con un’ordinanza sindacale aveva riaperto la spiaggia per alcuni giorni a fine luglio 2011. Ma nel novembre dello stesso anno il Commissario Prefettizio, d’intesa con il dirigente dei Lavori Pubblici, aveva richiuso la spiaggia per motivi di sicurezza. Fu una decisione confermata dal sindaco Vigorelli nel luglio 2012 e tuttora in vigore nonostante al comune di Ponza ci siano stati altri due sindaci, Franco Ferraiuolo e quello attuale Franco Ambrosino. E’ stato fin troppo agevole a Piero Vigorelli e agli altri due indagati poter dimostrare che l’apposizione delle reti non eliminava il rischio frane, che il collaudo e i certificati di agibilità erano stati redatti dai consulenti della ditta che aveva eseguito i lavori e che quindi erano parte in causa.
Ma soprattutto, la tesi principale della Corte dei Conti era che l’Autorità di Bacino e il Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) fossero semplici attività di pianificazione. Quindi, era nella piena disponibilità del Sindaco in carica emanare un’ordinanza di apertura della spiaggia, non essendo questa subordinata all’autorizzazione preventiva del Pai.
Al contrario, ha contestato Piero Vigorelli nella sua memoria difensiva redatta dall’avvocato Giacomo Mignano, che ben tre leggi intervenute nel tempo (1989, 1996 e 2006) hanno stabilito che “le disposizioni del Piano di Bacino approvato hanno carattere immediatamente vincolante per le Amministrazioni e gli Enti Pubblici”. Di conseguenza, se il Pai ha classificato un’area ad alto rischio, soltanto lo stesso piano di assetto idrogeologici può stabilire se eventuali opere hanno cancellato il rischio in modo definitivo e duraturo.” In assenza di ciò, un’ordinanza sindacale di riapertura della spiaggia – osserva ora Vigorelli – sarebbe un atto illegittimo e temerario. Infatti, nel malaugurato caso di un incidente in spiaggia, il Sindaco ne risponde penalmente e civilmente”.
Se danno erariale c’è stato, questo è avvenuto con gli interventi di apposizione delle reti risultati del tutto insufficienti se non addirittura inutili. Lo ha documentato lo stesso Pai che ha negato per ben tre volte al Sindaco Vigorelli la deperimetrazione del rischio a Chiaia di Luna.
“Dispiace che queste considerazioni lapalissiane non siano state oggetto di attenta riflessione nella fase istruttoria da parte delle forze dell’ordine e della Procura della Corte dei Conti, che hanno dato inizio a un procedimento che si è rivelato essere un clamoroso abbaglio – ha commentato con una palese vena polemica l’ex sindaco di Ponza Vigorelli – A conclusione di questa spiacevole e deprecabile vicenda, può essere un eccellente monito quanto affermato dal Procuratore Generale della Corte dei Conti, Tommaso Miele, che proprio all’inaugurazione dell’anno giudiziario nel marzo 2022, aveva affermato che “il giudice giammai deve porsi nei confronti dell’indagato con l’alterigia del migliore”.
E aveva opportunamente aggiunto che dietro le carte di un procedimento ci sono persone e famiglie, che il tempo che scorre è già una condanna, specie se l’indagato viene sottoposto a una micidiale macchina del fango. E‘ esattamente quello che è capitato a Piero Vigorelli, ad Agata Iadicicco e ad Antonino Feola. La loro posizione è stata ora archiviata dopo nove mesi ma questo periodo di trepidazione in ambito familiare e di gogna mediatica – ha concluso l’ex sindaco di Ponza Vigorelli – non si possono cancellare”.