FORMIA – Aveva ricevuto – a suo dire – anche minacce di iscrizione di ipoteca della sua abitazione per far fronte al recupero, di circa 33mila euro, di oneri previdenziali non versati. Dopo sei anni dall’inizio del contenzioso, il Tribunale di Cassino ha annullato quell’avviso di pagamento emesso ai danni di un consumatore dall’agenzia delle Entrate-riscossione, sempre di Formia, relativamente a ruoli emessi da alcuni enti e, in particolare, dall’Inps per il recupero di oneri previdenziali.
Si istaurò un durissimo contenzioso che ha visto il cittadino affidarsi alla consulenza legale della Confsumatori provinciale di Latina. Venne formalizzata dall’avvocato Franco Conte la richiesta di sospensione dell’intimazione e del preavviso di ipoteca sulla scorta della legge sulle cartelle pazze. Si chiedeva, in effetti, l’applicazione della prescrizione che venne concessa. Le cartelle emesse vennero sospese ed eliminate quando ricomparvero di nuovo sul ruolo del contribuente formiano nel 2020 per un importo – come detto – di 33mila euro, più gli interessi.
Il contenzioso approdò davanti il Tribunale di Cassino che, annullando l’avviso di pagamento, ha dichiarata l’intervenuta estinzione di diritto dei crediti contributivi secondo quando prevede una legge del 2012 che applica una tutela speciale per i contribuenti destinatari delle cartelle irregolari. Lo stesso Tribunale di piazza Labriola ha condannato l’Inps e l’Agenzia delle Entrate al pagamento delle spese legali.
La norma – ha fatto sapere l’avvocato Franco Conte – offre la possibilità per i contribuenti in difficoltà di beneficiare della sospensione delle cartelle ritenute non a norma offrendo la possibilità all’ente impositore 220 giorni di tempo per rispondere. Se non lo fa in questo lasso temporale, si applica l’istituto del “silenzio-assenso” su quanto richiesto dal contribuente.