Si chiama “Sextortion” ed è il ricatto a sfondo sessuale attraverso i social network che, secondo un allarme lanciato dalla Poliza Postale, starebbe mietendo sempre più vittime tra gli adolescenti.
Avviene tutto on line: è nel web che il fenomeno prende piede prima con delle chat con profili social che sembrano appartenere a ragazzi avvenenti di ogni genere, per poi passare a delle video chat e a richieste sempre più spinte, fino a catapultare la vittima nell’incubo del ricatto – con vere e proprie richieste di denaro, anche di somme esigue – per non divulgare il materiale sessuale tra contatti, amici e parenti.
Il fenomeno sta aumentando vertiginosamente e non aiuta ad intervenire il senso di vergogna e paura che spesso accompagna la confessione di fatti che attengono alla vita intima dei malcapitati. Per questo motivo i contorni della “Sextortion” potrebbero essere addirittura sottistimati, per via del silenzio nel quale molti giovanissimi potrebbe scegliere di chiudersi pur di non svelarsi ai genitori, o comunque agli adulti di riferimento in grado, invece, di aiutarli e sostenerli.
“Sono già oltre un centinaio le segnalazioni ricevute dalla Polizia Postale. Sono minori per lo più tra i 15 e i 17 anni e anche più piccoli. Si tratta di un fenomeno, di solito rivolto al mondo adulto, con un enorme potenziale di pericolosità perché oggi colpisce vittime minorenni, tanto fragili quanto inesperte. Sempre più spesso la curiosità sessuale dei ragazzi li trasporta in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggerne la reputazione diffondendo sui social immagini sessuali ottenute tramite live chat” – spiega una nota diffusa dalla Polizia Postale di Frosinone.
Le minacce di tale estorsione vanno senza dubbio denunciate, senza remore né vergogna, eppure per gli adolescenti – presi da una naturale curiosità sessuale – le continue richieste di denaro che questo deplorevole fenomeno comporta diventano un labirinto soffocante la cui uscita è barricata dalla paura di veder distrutta la propria reputazione.
Pertanto è importante ricordare i consigli che la Polizia Postale dà per gestire la situazione qualora dovesse verificarsi: “mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti; non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi”.
Ed ancora: “Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui ai viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore; fare una segnalazione sul nostro portale www.commissariatodips.it per chiedere aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi; parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere di aiuto per gestire la situazione; chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di Polizia”.
Occhi aperti anche per i genitori ai quali è consigliato non giudicare “irresponsabile” il comportamento di un figlio che si apre alla confidenza di un caso di “sextortion”, ma tener conto del senso di panico e vergogna che stanno provando in quel momento e la fiducia incondizionata che stanno riponendo nelle vostre mani. Dunque – secondo quanto suggeriscono gli esperti – è bene invece rassicurarli, raccogliere le informazioni facendosi raccontare tutto con calma e raccogliendo prove (screenshot delle conversazioni con gli estorsori) e recarsi quanto prima ad esporre denuncia. E’ possibili, inoltre, fare una segnalazione su www.commissariatodips.it e chiedere informazioni e supporto, se occorre.