FORMIA – Il Comune di Formia chiede i danni all’ex Ipab della Santissima Annunziata, ora trasformata in Istituti Riuniti del Lazio, per la colpevole situazione di degrado e abbandono in cui versa l’ex colonia Di Donato, nel quartiere medioevale di Castellone. Si tratta della strategica struttura che, realizzata sui resti di un convento benedettino del Trecento, avrebbe dovuto ospitare, grazie ad un comodato d’uso gratuito sottoscritto il 5 luglio 2011 per la durata di 25 anni, un ostello per la gioventù o, meglio, una residenza per i figli degli emigranti laziali all’estero. L’immobile è ora al centro di un’istanza di risarcimento che la Giunta Municipale ha promosso – conferendo l’incarico al dirigente dell’avvocatura interna Domenico Di Russo – davanti la sezione civile del Tribunale di Cassino.
L’ex colonia Di Donato e i terreni attigui vennero sequestrati il 25 gennaio 2017 dalla Guardia di Finanza su richiesta della stessa Procura di Cassino nell’ambito degli interventi di riqualificazione urbanistica, i cui costi, finanziati dalla Regione per oltre un milione di euro, sarebbero stati finanche gonfiati. Nel 2021 una sentenza del Tribunale di piazza Labriola ha dichiarato il non luogo a procedere per l’intervenuta prescrizione dei reati contestati (tentata truffa, frode e falso) nei confronti dei sette indagati, dispose il dissequestro e la restituzione dell’immobile a favore del comune. Ma ci fu, a sorpresa, un rifiuto di quest’ultimo a prendere in consegna l’immobile su richiesta dell’ex Ipab della Santissima Annunziata perché, a dire dell’amministrazione formiana, è stato completamente alterato trovandosi ora – come detto – in una situazione di abbandono e di fatiscenza.
Da qui la decisione del comune di Formia, impossibilitato a far fronte a sue spese i lavori di ripristino e di recupero, di farsi quantificare da un perito del Tribunale di Cassino, ai sensi dell’articolo 696 del Codice di procedura civile, i danni provocati alla struttura e dalla violazione del contratto d’uso gratuito. L’articolo 5 prevedeva che il rapporto con l’Ipab della Santissima Annunziata già nel 2013, dopo due anni dall’entrata i vigore del contratto, si sarebbe risolto se l’ente socio assistenziale non avesse ultimato – cosa purtroppo avvenuta – “almeno il 50% della ristrutturazione”.
Il 14 gennaio 2015, l’Ipab, riconoscendo di non essere stata in grado di rispettare quanto stabilito, “proprio a causa di incongruenze, errori ed illegittimità che hanno complicato l’iter, dichiarava risolto il contratto. Il comune ha cominciato a tutelarsi già l’8 maggio 2018 quando l’allora commissario Prefettizio Maurizio Valiante si costituì parte civile nel procedimento penale, poi dichiarato prescritto nel 2021. Avanzò la richiesta per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti dal Comune di Formia proprietario dell’immobile “nella misura necessaria alla sua rimessione in pristino oltreché del danno non patrimoniale subito dalla collettività per il mancato utilizzo dell’immobile stesso”.