VENTOTENE – Capire perché è morto Lorenzo e se la sua tragedia poteva essere evitata. Con questi propositi il sostituto Procuratore Marina Marra lunedì conferirà l’incarico al medico legale che dovrà effettuare l’autopsia sul cadavere di Lorenzo Guerrieri, il 20enne diving e studente universitario Roma che ha perso la vita sabato mattina a causa probabilmente di un malore mentre di trova nelle acque del porto romano della seconda isola pontina – Ventotene – a bordo di una barca specializzata nelle immersioni subacquee durante la stagione turistica.
La Procura di Cassino vuole vederci chiaro ora sul decesso di Guerrieri che, nonostante la sua giovanissima età, era un apprezzato e ricercatissimo istruttore. Quanto si è verificato lo hanno dichiarato agli agenti della Guardia Costiera di Ventotene i colleghi di lavoro e amici di Lorenzo: il 20enne diving al momento del decesso non era munito di bombole d’ossigeno e delle attrezzature per effettuare immersioni di snorkeling. L’istruttore era seduto a prua quando ha deciso di tuffarsi liberamente per una nuotata approfittando di una sosta tra un’escursione ed un’altra. Sono stati i suoi stessi colleghi di lavoro a rendersi conto di quanto avvenuto: non vedendo riemergere Lorenzo avevano capito che aveva avuto un problema. E così è stato.
Lorenzo è stato trovato adagiato a trenta metri di profondità che ancora respirava . I soccorsi della Guardia Costiera sono stati tempestivi ma inutili: l’istruttore moriva durava durante le fasi della rianimazione. Questa tragedia ha funestato lo scorcio conclusivo della stagione turistica a Ventotene cui era legato da anni Lorenzo. La scorsa settimana pare che il 20enne avesse preso l’aliscafo per tornare a Roma, ai suoi studi universitari. Giunto a Formia, sarebbe stato richiamato per fare ritorno a Ventotene perché serviva la sua collaborazione per far fronte alle tante prenotazioni giunte per effettuare immersioni subacquee nel mare cristallino dell’isola pontina.
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