FORMIA – Il caro energia blocca di nuovo la realtà produttiva più antica della provincia di Latina. Il Pastificio Paone di Formia cesserà la produzione per sei settimane, dal 5 settembre, per riprenderla, bollette permettendo, il 16 ottobre prossimo. Ad annunciarlo è stata la stessa azienda che, guidata ora dal manager italo argentino Alejandro Quentin , ha deciso di mandare in cassa integrazione a zero ore i 32 lavoratori attualmente in servizio, 21 operai ed 11 amministrativi.
Già la scorsa primavera, a causa dei costi lievitati per l’acquisto delle materie prime e del caro bollette, l’azienda alimentare era stata costretta a fare ricorso – tra i pochi casi in Italia – a questo ammortizzatore sociale contestualmente all’avvio del procedimento giudiziario promosso dalla Corex di Battipaglia, proprietaria del nuovo stabilimento nella zona industriale di Penitro, che aveva chiesto ed ottenuto lo sfratto della “Domenico Paone spa” per cessata locazione. “Questa situazione di stallo – ha fatto sapere la governance del pastificio – inizia a compromettere drasticamente sia l’attività produttiva che finanziaria dell’azienda. Ne sta risentendo la produzione a seguito dei ridottissimi ordini e c’è bisogno di una necessaria ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse energetiche”
La guida del pastificio ha affermato di far fronte a quella che ha definito una “forte incertezza” relativa all’incremento del costo dell’energia. Ma la crisi economica del settore, oltre al contenzioso promosso dalla Corex, non permetterebbe di “definire un posizionamento dei prodotti sul mercato” finalizzato a garantire “una continuità allo stesso. Lo stesso vale – lo si legge nell’annuncio del “via” al ricorso al cassa integrazione straordinaria – per “le linee di credito attualmente bloccate per via del giudizio pendente”.
Aleggia il contenzioso con la Corex anche se l’attività di produzione e commercializzazione della pasta Paone può proseguire regolarmente almeno sino al 5 ottobre. In questo giorno è prevista la discussione nel merito del ricorso presentato dalla proprietà dello stabilimento industriale di Penitro, la “Domenico Paone spa”, contro la sentenza per cessata locazione emessa dal Tribunale di Cassino. Lo ha disposto la settima sezione civile della Corte d’Appello di Roma che ha accolto, di fatto, l’istanza di sospensione della provvisoria esecutività della sentenza emessa il 29 aprile scorso dal giudice del Tribunale di piazza Labriola Vincenza Ovallesco.
Il legale della “Domenico Paone spa”, l’avvocato Vincenzo Visconti, aveva formalizzato la sua istanza – poi accolta dai giudici d’appello – essenzialmente per due ragioni: la peculiarità dell’attività industriale svolta all’interno del pastificio di Penitro a Formia e la difficoltà della sua proprietà ad “assicurarsi la disponibilità, in breve tempo, di locali idonei alla prosecuzione dell’attività”. La “Domenico Paone spa” aveva chiesto la sospensiva della sentenza del Tribunale di Cassino perché temeva, in assenza della disponibilità di un stabilimento alternativo, di interrompere la produzione della pasta. Cosa che, a causa del caro bollette, è avvenuta in questi giorni. Per il legale della “Corex spa” , l’avvocato Daniele Lancia, il provvedimento del giudice Maria Rosaria Rizzo non cambia i termini della delicata controversia economico ed imprenditoriale in campo: con la notifica il 3 maggio scorso della sentenza di cessata locazione del tribunale di Cassino lo sfratto non sarebbe diventato esecutivo. La Domenico Paone spa” da quel giorno avrebbe avuto sei mesi di tempo , che scadono agli inizi di novembre 2022 – per smantellare le linee di produzione di Formia. Questo termine, di fatto, non sarà rispettato perché i giudici d’appello si pronunceranno nel merito prima….il 5 ottobre prossimo.
A chiedere al Tribunale di Cassino lo sfratto della “Domenico Paone spa” era stata – come detto – la Corex che, nell’ambito del concordato preventivo chiesto con successo nell’autunno 2019 dalla precedente proprietà del pastificio, la “Domenico Paone spa fu Erasmo”, aveva acquistato lo stabilimento (con annessi terreni) nella zona industriale di Penitro a Formia. La gestione delle linee di produzione avrebbe dovuto versare i canoni di locazione soltanto per due anni – quindi sino allo scorso novembre – e lasciare la disponibilità dell’intero immobile al vero proprietario, la Corex spa di Battipaglia. Quando questo adempimento sottoscritto davanti lo stesso Tribunale di Cassino rimase disatteso, l’avvocato Lancia ha chiesto lo scorso 29 aprile l’emissione di una sentenza per cessata locazione ai danni della “Domenico Paone spa” , la cui domanda riconvenzionale proposta in via subordinata venne respinta unitamente alla pagamento delle spese processuali.
La società di Quentin, tuttavia, la scorsa primavera si è costituita in giudizio in primo grado davanti il Tribunale di Cassino opponendosi alla convalida dello sfratto. La sua difesa aveva sostenuto come il contratto di locazione dovesse intendersi rinnovato tacitamente per ulteriori sei anni “per mancata e tempestiva disdetta da parte del locatore”. La controreplica della Corex spa, di fronte alla richiesta del pagamento dell’indennità per la perdita dell’avviamento commerciale prevista dalla legge 391/1978, fu piccante: “Non dovevano avvisare proprio nessuno – fu la versione dell’avvocato Lancia – Questo contratto di locazione, stipulato nel 2019 nell’ambito di un concordato previsto autorizzato, ha avuto un spettatore terzo ed importante: Il Tribunale di Cassino…”