Dal 4 settembre si sono intensificate le precipitazioni in molte regioni italiane, tra cui anche il Lazio, ma il livello di piovosità rimane ancora ampiamente sotto la media, e la siccità è dietro l’angolo. A farne le spese è soprattutto la filiera agricola. E proprio nel Lazio, secondo alcune statistiche, si troverebbe la città meno piovosa dello stivale, ovvero Tarquinia, dove il sindaco, già in un comunicato di giugno, invitava la popolazione a ridurre i consumi ed a attenersi ad un uso a scopo igienico – sanitario a causa di una diminuzione delle precipitazioni del 30% rispetto ai 12 mesi precedenti ed il conseguente abbassamento delle falde acquifere. La conferma dello stato di difficoltà del Lazio ed in particolare del comune di Tarquinia, arriva ora anche dall’ANBI. Secondo l’associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario, nella città della Tuscia si sono registrati 117 millimetri da inizio anno, mentre in agosto la quantità di acqua precipitata al suolo è stata addirittura pari a solo 1,7 mm. Dando uno sguardo ai bacini idrografici regionali, anche la situazione di fiumi Tevere, del suo affluente Aniene e del Liri incutono timore. La speranza dei metereologi, in testa del colonnello Giugliacci, è di assistere nei prossimi giorni a precipitazioni pari ad almeno 25 mm, che riporterebbero la situazione alle medie stagionali. Fenomeni piovosi che invece con probabilità abbastanza bassa si verificheranno in diverse regioni e che rischia di innescare una vera e propria crisi idrica ad esempio in Basilicata, dove gli invasi son calati di 57 milioni di metri cubi in un mese.