FORMIA – Torna a far parlare di se il consigliere comunale di Formia Francesco Di Nitto che, eletto per la prima volta alle amministrative del 3 e 4 ottobre nella lista “Formiamo il futuro” (faceva parte del cartello elettorale in sostegno del candidato a sindaco Amato La Mura), aveva prima sottoscritto il ricorso per poi revocare la sua adesione al ricorso presentato al Tar dall’infettivologo contro le presunte irregolarità – negate dalla magistratura amministrativa – che avrebbero caratterizzato il ballottaggio del 17 e 18 ottobre 2021.
Di Nitto in questo primo anno di consiliatura ha indirizzato i suoi impegni amministrativi per verificare la corretta gestione del servizio a pagamento che a Formia è appannaggio da due anni della società K City di Portici. Il consigliere di Gianola – che gestirebbe, direttamente o indirettamente, un parcheggio privato destinato nei pressi di Molo Vespucci alla sosta privata dei turisti diretti alle isole di Ponza e Ventotene- non si sarebbe limitato a monitorare – com’è giusto che sia – l’andamento del servizio svolto dall’impresa vesuviana. Ma sarebbe andato oltre.
Lo si è evince da una lettera riservata che la dirigente del settore Polizia Locale, Rosanna Picano, ha inviato al sindacoGianluca Taddeo, all’assessore alla mobilità, alla segretaria generale del comune (e responsabile della Prevenzione e corruzione e trasparenza) Marina Saccocio, al presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo e al presidente del Nucleo di valutazione del comune di Formia. Naturalmente il primo destinatario della lettera-rivelazione della dottoressa Picano è proprio il consigliere Di Nitto: “Nella primavera del corrente anno, nel corso del rifacimento della segnaletica orizzontale da parte della K City in via XXIV Maggio Lei ha bloccato gli stessi lavori ponendo in atto un’azione del tutto arbitraria e esorbitante il suo ruolo istituzionale da una parte – lamenta ed accusa la dirigente della Polizia Locale – paralizzando , nel caso di specie, l’attività amministrativa dall’altra prevaricando le competenze gestionali che il Tuel assegna esclusivamente al dirigente di settore”. Cioè alla comandante Picano.
Queste, se confermate, sarebbero accuse gravi nei confronti di un consigliere comunale che, eletto nelle fila delle minoranze, non ha ritenuto ancora opportuno e necessario dimettersi dalle commissioni consiliari dopo aver approvato con la maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia il bilancio di previsione 2022. Se il 10 maggio scorso questo invito del candidato a sindaco di Di Nitto, il dottor Amato LaMura, era caduto nel vuoto, ora si aggiungono altre considerazioni poco idialliche nei confronti del consigliere. Le mette per iscritto la dirigente Picano rispondendo in una delle innumerevoli richieste di accesso agli atti formalizzate da Di Nitto sulla gestione delle strisce blù a Formia. L’ultima è data 27 luglio dopo che la precedente, del 14 giugno 2022, era stata rigettata al mittente perché “del tutto irrituale e irrispettosa della norma in materia”.
Il consigliere di “Formiamo il futuro” per by-passare la dirigente competente aveva chiesto informazioni sull’operato della società a lui concorrente scrivendo all’architetto Marco Pietrosanto, altro non era ed è il Duc, il direttore esecutivo del contratto. Di questa iniziativa è venuta a conoscenza la responsabile del settore mobilità del comune ed ecco la severissima risposta al consigliere richiedente: “Lei ha sbagliato destinatario per quanto riguarda la sua istanza ma sappia che la dirigente scrivente è la responsabile del settore ed è unico soggetto istituzionalmente referente per qualsivoglia tipologia di accesso”.
Insomma il consigliere Di Nitto, uno dei due soci della società in nome collettivo denominata “Europarcheggio snc” (ha nel suo core business l’attività di gestione di parcheggi e autorimesse sul territorio del comune di Formia), è stato bacchettato sulle mani per questo errore di gestione della sua richiesta (“nei confronti della quale non è stato posto in essere alcun atteggiamento ostativo allo svolgimento delle funzioni di consigliere comunale”) e, dopo il danno (il palese e secco rimprovero), si è aggiunto anche la beffa.
La comandante Picano ha respinto la seconda richiesta di accesso agli atti perché , non rispettando quanto prevede l’articolo 7
del regolamento per la disciplina del diritto di accesso agli atti dei consiglieri comunali, è stata “formulata senza alcun elemento identificativo dei documenti richiesti” e poi perché “determina”, se accolta, “la conoscenza dei nominativi e dei dati personali di soggetti privati nei casi previsti dall’articolo 6, comma 3, del presente regolamento”. Naturalmente la comandante Picano nel suo diniego offre normativamente la possibilità al consigliere Di Nitto di impugnarlo al Tar avanzando, in conclusione, un invito: “Non faccia nulla perché Lei – conclude la Comandante nella sua risposta – è potenzialmente portatore di un interesse personale , divergente da quello affidato alle cure dell’organo di rappresentanza di cui Lei fa parte, ovvero il consiglio comunale”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.