GAETA – L’assenso del magistrato già ci sarebbe su istanza della difesa: sarà investita la Consulta a definire o meno costituzionale, in termini di possesso di armi, l’articolo 6 della legge 152 del 29 maggio 1975. Così è terminata lunedì, davanti il giudice monocratico del Tribunale di Cassino Marco Gioia, l’udienza a carico di un uomo di Gaeta di 69 anni a cui i Carabinieri della locale tenenza l’8 febbraio 2017 sequestrarono, al termine di una perquisizione domiciliare, due fucili ed una carabina. Le armi erano, di fatto, legalmente detenute ma il 69enne, nell’ambito del cambio di residenza, aveva omesso di segnalare alle forze dell’ordine che anche le stesse armi non avevano lo stesso tetto di prima.
Quella del 69enne fu una mera dimenticanza, una distrazione che gli è costato un decreto penale di condanna che, su richiesta della Procura, era stato emesso dal Gip del Tribunale di Cassino. Un provvedimento ingiusto ed iniquo nel frattempo impugnato dai legali dell’uomo, gli avvocati Luca Cupolino e Atena Agresti. Così ha preso il via il dibattimento davanti il giudice Gioia che, su richiesta della difesa, ha preannunciato di investire la Corte Costituzionale sulla legittimità dell’articolo 6, l’ultimo, della legge 152. A dire dei legali del 69enne violerebbe due principi: la presunzione dell’innocenza – l’uomo di Gaeta non è stato condannato e non lo sarà per via della certa prescrizione – e la tutela del diritto della proprietà privata.
Il giudice Gioia renderà nota la sua decisione con un’ordinanza subito dopo la prossima udienza fissata il 2 novembre prossimo.