Cronaca

Sabaudia / Processo “Dune”, prima udienza: accolte le domande di costituzione parte civile

SABAUDIA – Con l’accoglimento della richiesta di costituzione di parte civile presentata dagli avvocati Marco Rossi e Giampiero Vellucci per conto del comune di Sabaudia, dell’impresa di Cassino “Dea Costruzioni srl” esclusa dall’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione del campo di regata per lo svolgimento nel 2020 di una prova della Coppa del Mondo di canottaggio, del funzionario comunale Antonio Vitelli e dell’associazione antimafia “Antonino Caponetto” è iniziato mercoledì mattina davanti il primo collegio penale del Tribunale di Latina (presidente Gianluca Soana, a latere Bernabei e Verardi) il giudizio immediato per lo scandalo che, riguardante la presunta gestione a tavolino di alcuni appalti, ha“terremotato” lo scorso 21 febbraio il comune di Sabaudia.

L’ex sindaco Giada Gervasi era regolarmente in aula insieme agli altri quattro imputati citati in giudizio dalla Procura con le accuse di peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. Si tratta dell’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Sabadia Innocenzo D’Erme, di Luigi Manzo, direttore generale del comitato “Sabaudia MMXX”, dell’ex consigliere comunale con delega ai Lavori Pubblici Sandro Dapit e di Giovanni Bottoni, ex dirigente dello stesso settore del comune di Sabaudia. Dal giudizio immediato – sollecitato dai magistrati titolari delle indagini, dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti Procuratori Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria, e concesso dal Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota, sono usciti di scena due dei 12 indagati che il 21 febbraio furono raggiunti dai più disparati provvedimenti cautelari: il coordinatore sullo stato di avanzamento dei lavori finalizzati ad ospitare la prova della Coppa del Mondo di canottaggio Erasmo Scinicariello (difeso dagli avvocati Tommaso La Rocca e Annalisa Cardi) e l’imprenditiore Giuseppe Pellegrino (assistito dall’avvocato Lino Magliuzzi, in qualità di amministratore unico della “Mabes srl”, hanno chiesto ed ottenuto di essere giudicati con il rito del patteggiamento.

L’udienza – la procura era rappresentata dal solo Pm Valentina Giammaria – non ha tradito le attese della vigilia. Tanti i curiosi presenti nell’atto inaugurale del processo che, dopo l’ammissione di tutte le prove, ha preso il via dopo la falsa partenza dell’8 settembre a causa della rinuncia del giudice designato, la dottoressa Laura Morselli, a presiedere (pare per un’incompatibilità) il terzo collegio penale del Tribunale di piazza Buozzi Il processo, per la cronaca, è stato subito rinviato al 12 ottobre per la nomina del perito fonico che dovrà trascrivere le chilometriche intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate dalla Procura durante le indagini. Il collegio difensivo (composto dagli avvocati Giovanni Lauretti, Leone Zeppieri, Roberto Fiore, Maurizio Forte ed Emilio Siviero) ha annunciato già bagarre dopo la decisione del Gip Castriota, sulla scorta del parere contrario della Procura, di confermare “per il fondato timore dell’inquinamento delle prove” il divieto di dimora a Sabaudia nei confronti dei cinque imputati e, soprattutto, di coloro che vi hanno la residenza: l’ex sindaco Gervasi e l’ex consigliere Dapit.

Il processo già dalla seconda udienza del 12 ottobre dovrà ribadire o meno la consistenza del castello accusatorio della Procura sulla scorta delle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Latina sulla gestione, già di per sé delicatissima, delle concessioni demaniali da parte del comune di Sabaudia per le svolgimento delle remunerative attività balneari durante la stagione turistica.

I Carabinieri, indagando dal 2019 per individuare il movente e i responsabili dell’incendio doloso che distrusse la centrale termica dell’ente parco nazionale dei Circeo oltre che delle minacce subite dal comandante della locale stazione dei Carabinieri Forestali, capirono subito che i titolari della gran parte degli stabilimenti balneari di Sabaudia e chioschi, esattamente quarantacinque, erano pressoché gli stessi dipendenti e alti funzionari del comune della città delle dune. Queste attività sarebbe state favorite, in sede di rilascio delle concessioni demaniali, dagli stessi proprietari o presunti tali che, nella veste di dipendenti pubblici, sono arrivati ad adottate provvedimenti di revoca delle stesse concessioni demaniali che, alla luce delle verifiche dei Carabinieri, erano risultate di fatto irregolari L’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale Giorgia Castriota sviluppò sul piano investigativo ben undici episodi di turbativa d’asta, la redazione di innumerevoli atti falsi e accertate presunti comportamenti corruttivi posti in essere dal Sindaco di Sabaudia Giada Gervasi e da amministratori comunali, in concorso con imprenditori e funzionari comunali.

Nella voluminosa indagine della Procura di Latina, coordinata dal suo capo Giuseppe De Falco, era finita – come detto – anche la tappa di una prova della Coppa del Mondo che Sabaudia avrebbe dovuto ospitare nel 2020. Avrebbe perché la prestigiosa manifestazione remiera venne annullata poi per via dell’emergenza legata al Covid 19. Per la realizzazione del campo di regata e per l’installazione degli impianti di pubblica illuminazione sarebbe state favorite ed incaricate – e l’avrebbero accertato i Carabinieri del comando provinciale di Latina – ditte compiacenti all’amministrazione comunale gestendo oltre un milione di euro.

L’inchiesta, che ha decapitato il comune di Sabaudia con le immediate dimissioni del sindaco Gervasi ed il conseguente scioglimento del consigli comunale, ha anche monitorato la sempre discussa gestione di un’altra risorsa naturalistica del territorio, il parco nazionale del Circeo. Gli arresti erano stati chiesti dalla Procura anche per alcuni episodi di peculato, corruzione e falso che sarebbero stati compiuti nientemeno che da appartenenti ai Carabinieri Forestali di Sabaudia accusati falsamente di provvedere, per presunti motivi di incolumità e sicurezza pubblica, al taglio di molti alberi con il solo obiettivo di favorire ditte compiacenti incaricate dal comune di Sabaudia. Ai domiciliari era finito, per presunti episodi di turbativa d’asta anche l’ex Direttore del Parco Nazionale del Circeo dell’epoca, accusato di aver favorito alcuni imprenditori compiacenti e vicini per l’esecuzione di progetti sul cambiamento climatico, interventi realizzati primancora dell’approvazione della determina dirigenziale di incarico, prima ancora che la relativa determina fosse discussa e approvata.

Gli arresti, ora approdati in un’aula del Tribunale, avevano creato molto clamore a Sabaudia e nel resto del territorio pontino e regionale in relazione alla figura della principale indagata, l’ex sindaco Giada Gervasi, avvocato di professione, uno dei fondatori del civismo nella gestione delle pubbliche amministrazioni in provincia di Latina. Era stata eletta alle amministrative del 2017 ponendo fine ad uno monopolio di Giunte di centro destra al comune di Sabaudia. La Gervasi prima dell’arrivo dei Carabinieri aveva annunciato la sua volontà di ricandidati alle elezioni amministrative del maggio 2022 ma il blitz del 21 febbraio dei Carabinieri di Latina,cui si erano affiancati i colleghi di Roma e Varese, ha mandato definitivamente in archivio questo orientamento politico-amministrativo…

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