LATINA – Il consigliere provinciale di Forza Italia, Eduardo Accetta, si rivolge alla Presidente della Provincia di Latina Eleonora Della Penna accusandola di aver approvato uno statuto non condiviso e non partecipato:
“La provincia di Latina ha approvato lo statuto e il presidente Della Penna, probabilmente, crede di aver approvato la Dichiarazione di Indipendenza Americana. Lo Statuto è la carta principe che regolamenta la vita dell’Ente, stabilendone le norme fondamentali dell’organizzazione, di oggi e domani, e sui cui si cerca sempre di ottenere la massima condivisione e partecipazione arrivando in molti casi all’unanimità.
Tutto questo non è avvenuto. Il presidente ha voluto fare una corsa incomprensibile alla sua approvazione avvenuta con una maggioranza esigua, fatta di soli 13 voti in rappresentanza del 63% della popolazione di cui oltre il 21% sono stati rappresentati dal Comune di Latina con un sindaco, Di Giorgi, delegittimato politicamente perché su di lui pesa una mozione di sfiducia che si voterà a giorni.
Decisione che evidenzia il timore di non avere i numeri qualora il presidente avesse atteso il tempo necessario a comprendere i malumori che questo statuto ha sollevato, di ascoltare le ragioni del dissenso e di arrivare alla redazione di uno Statuto che recepisse tutte le posizioni e i contributi di maggioranza e minoranza. Decisione che sottolinea come la Della Penna abbia confuso un atto fondamentale con un semplice documento amministrativo senza chiedersi neanche le ragioni dell’assenza di tanti consiglieri.
Una dichiarazione “storica” senza la Storia e senza alcun entusiasmo che non risolve nulla e aggiunge solo demagogia ad un Ente che stenta a sopravvivere. Il giorno precedente, alla adozione di questo “provvedimento”, ho espresso parere contrario ma sono stato completamente ignorato. Il modo diverso di fare politica a cui il presidente Della Penna si appella, ad ogni piè sospinto, in questa occasione ha evidenziato tutta la sua essenza. Un modo di fare politica autoritario e non autorevole, delegittimante il ruolo dei cittadini e di chi li rappresenta anziché aperto al dialogo e al confronto che sono alla base di una sana democrazia.
L’agire del presidente si regge su un compromesso politico, su un cartello partitico che negli ultimi mesi ha mostrato tutte le sue contraddizioni. Oggi, e lo ribadisco con forza, la Della Penna è il Caronte della provincia di Latina, ha il compito di portare questo Ente, ingiustamente declassato a istituzione di rappresentanza di II livello verso la “dismissione”. Non ha nulla a che vedere con i Cusani e i Martella che hanno reso grande la Provincia di Latina legittimati da un consenso popolare. La Della Penna, come tutti noi, è figlia di una scelta di partito e del voto di un manipolo di consiglieri.
La Della Penna non è il salvatore della Patria. Non è la Giovanna D’Arco che destreggiandosi coraggiosamente in battaglia sacrifica se stessa per il bene supremo. Vorrei far notare al presidente che quando afferma che “in questo modo finalmente la Provincia prende una posizione netta contro la criminalità organizzata” offende tutti coloro che l’hanno preceduta, tra cui molti dei suoi attuali sodali, tacciandoli di essere stati “criminali” e soprattutto offende i cittadini, una comunità di 600mila abitanti, che li hanno scelti.
E questo lo fa chi è ingeneroso con gli altri perché arrogante per sè. Martella, Cusani e gli altri presidenti di questa Provincia hanno una caratteristica che la presidentessa non avrà mai, il consenso dei cittadini che in democrazia è forza di chi governa, se ne faccia una ragione. Si può dissentire dalle scelte delle maggioranze, ma non si può criminalizzare chi vince perché ci si sente unti dal Signore.
Sarà anche discutibile la democrazia ma rimane il miglior sistema che c’è, e la Della Penna non lo può sapere perché ne ignora le regole che sono rispetto e non giochetti sottobanco. Voglio ricordare al presidente che lei non è “viceprefetto”, “supersindaco”, non è Vescovo in sedicesimi, è alla guida di una istituzione che in passato grazie a Cusani e Martella ha erogato servizi ai cittadini consentendo loro di “muoversi”, di studiare, difendendo il territorio, coordinando i servizi, sostenendo tutti i comuni, anche i più piccoli, garantendogli di non soccombere rispetto alle grandi realtà urbane, ha dato una identità ad un’area e questo la Della Penna non solo non lo ha fatto ma non lo potrà fare mai.
La Della Penna pensa di essere ogni cosa e non essere l’unica cosa che dovrebbe essere: un amministratore serio. Paga la sua inesperienza ma, ancor più, la sua arroganza autoreferenziata. Noi crediamo nella politica che è partecipazione e ascolto e non imposizioni di chi è sordo ai bisogni e ai punti di vista di altri. Per questo lo Statuto è niente, voleva essere la Dichiarazione di indipendenza americana è un compitino di liceo pure copiato”.
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