VENTOTENE – La festività patronale di Santa Candida prima e l’ultimo fine settimana poi hanno fatto calare a Ventotene il sipario sulla stagione turistica, terminata con una mini rivolta di quegli operatori morosi che hanno subito il distacco della fornitura idrica. I sigilli sono stati apposti nei giorni scorsi ai contatori di diverse utenze commerciali e ricettive non in regola con il pagamento dei canoni idrici – alberghieri, ristoranti e bar – che hanno dovuto far fronte a non pochi disagi relativamente anche al concomitante “tutto esaurito”. Acqualatina ha difeso il proprio operato, legittimato da un recente decreto del Ministero dell’economia che ha attribuito la facoltà all’ente gestore, alla stessa stregua dei comuni, di riscuotere coattivamente i canoni e di interrompere il flusso idrico senza l’avallo di un giudice.
A farsi portavoce del comparto turistico della seconda isola pontina è l’associazione “Comunità del Lazio meridionale e delle isole pontine” che ha definito il distacco delle utenze degli utenti morosi “un atto di assoluta gravità e di una bassezza assoluta, non giustificabile in alcun modo” . L’ente gestore è stato accusato di aver disatteso la promessa del maggio 2018 quando aveva dichiarato di non far pagare i consumi a causa dell’acqua torbida. Nell’ottobre dello stesso anno il Comune emise un’ordinanza di non potabilità fino a giugno 2019 allorquando fu installato un dissalatore e furono sostituiti i tubi in ferro.
“Quanto meno andrebbe considerato tutto il periodo della torbidità per non esigere i consumi così come Acqualatina si era impegnata a fare” – afferma la “Comunità del Lazio meridionale e delle isole pontine” – L’acqua divenne più chiara ma il fenomeno continuò a prodursi nelle zone alimentate con tubi di ferro, dimostrando ancora un’eccesiva basicità, tuttora esistente. Pertanto l’insorgenza della stragrande maggioranza delle morosità è direttamente collegata all’acqua che il gestore eroga dall’installazione del dissalatore: ancora in molti casi torbida,vischiosa, disgustosa, tutt’oggi inservibile per usi umani cioè per gli usi propri per i quali dovrebbe essere pagata dagli utenti”.
Insomma se alcuni operatori non hanno pagato le rispettive bollette perché sono stati vittime ” non di una morosità qualunque ma di una morosità qualificata e giustificata dalle innumerevoli inadempienze di Acqualatina. La protervia dell’azione messa in campo mediante distacchi ai quali gli utenti nulla possono opporre se non un immediato pagamento del pregresso, senza minimamente considerare le cause dell’inadempimento, causa il rischio di chiusura di esercizi commerciali già duramente provati dalla pandemia e dalla crisi energetica e dal rincaro delle materie prime causate dalla guerra. Le utenze domestiche, invece, ove vivono bambini, anziani, invalidi subiranno un danno ancor più devastante rispetto all’acquisto dell’acqua minerale per alimentazione e igiene personale”.
E ancora un atto dell’associazione “Comunità del Lazio meridionale e delle isole pontine”:” Questa insensata politica del distacco non porterà al recupero di alcuna morosità per essere le cifre chieste assolutamente non sostenibili per gli utenti (neppure laddove rateizzate) e servirà esclusivamente ad accrescere il già folto contenzioso, con spese a carico dei soliti utenti ligi e puntuali nei pagamenti”.
Da qui la richiesta ad Acqualatina a “rivedere la propria posizione e interrompere i distacchi, ripristinando le utenze sigillate e cercando un dialogo con i propri Clienti che vantano ragioni per nulla pretestuose. L’acqua a Ventotene è sempre stata puntualmente pagata fino alla funesta installazione del dissalatore, mal gestito e tuttora mal funzionante, ed è giusto pagarla ancora laddove la sostanza erogata possa definirsi “acqua potabile”.