GAETA – Proteste e polemiche a Gaeta per la decisione adottata nella tarda serata di martedì da parte del sindaco Cristian Leccese che in un’ordinanza, la numero 395, ha disposto, per ragioni di sicurezza, l’annullamento del mercato settimanale del mercoledì. Dopo l’allarme lanciato da alcuni cittadini e automobilisti in transito i Vigili del Fuoco erano intervenuti per la rimozione di una lamiera che, costituendo un tempo il tetto dell’ex vetreria Avir, aveva subito un distacco a causa delle peggiorate condizioni del tempo e, soprattutto, del forte vento che spirava lungo il sottostante litorale di Serapo.
L’ordinanza del sindaco di Gaeta ha anche formalizzato, sempre per ragioni di sicurezza, la chiusura al traffico di un tratto di Corso Italia, compreso tra l’incrocio di via Pisa e quello di via Serapide, e dell’area parcheggio all’interno dell’ex Avir dove, sulla scorta del trasferimento al Comune dell’ex stabilimento, è stato delocalizzato da alcuni mesi parte del mercato settimanale di Gaeta.
Non si sono fatti attendere, tuttavia, i disagi e le proteste degli ambulanti, soprattutto di quelli provenienti da fuori città e provincia. Erano giunti regolarmente a Gaeta mercoledì mattina ignari del provvedimento sindacale e delle comunicazioni veicolate sui social da alcune associazioni di categoria. Una su tutte l’Ana (associazione nazionale ambulanti)-Ugl. Al coro delle proteste dei singoli operatori – “abbiamo perso una giornata di lavoro quando il problema esiste ed è sotto gli occhi” hanno detto – si sono aggiunte anche le forze di minoranze di centro sinistra per stigmatizzare come non sia servito – a quanto pare – a nulla l’investimento di oltre un milione di euro del comune per mettere in sicurezza l’ex vetreria di Serapo.
“Il problema riguardante il tetto volante dell’ex Avir – ha dichiarato il capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello – è datato e conosciuto da tutti. Nei giorni scorsi ho provveduto a segnalarlo ma il vento, che meno imprevedibile della burocrazia, è stato un altro campanello d’allarme sulla lentezza di alcuni provvedimenti che dovrebbero tutelare la sicurezza degli ambulanti ma anche dei cittadini che parcheggiano all’interno dell’ex Avir e degli automobilisti che transitano lungo Corso Italia e nella traverse adiacenti”.
Caustico l’intervento dell’ex consigliere comunale e attuale dirigente di Demos, Franco De Angelis. Ha postato sui social un video che, risalente a, 19 gennaio 2019, metteva in evidenza la fatiscenza e l’assoluta precarietà di alcune lamiere del tetto dell’ex Avir: “Ecco, come volevasi dimostrare: un milione di euro speso per cosa? Avanti tutta sempre senza vergogna – ha tuonato – Dal 20 gennaio 2020 ad oggi, 27 Settembre 2022. nell’area AVIR sono stati spesi dall’Amministrazione Mitrano un milione di euro per la messa in sicurezza dell’area . Ad oggi l’area ex Avir e’ piu’ sicura? Domani forse avremo una risposta”.
L’ex sindaco di Gaeta, Silvio D’Amante, da quasi quattro mesi consigliere d’opposizione, ha rispolverato una determina (la numero 472 del 17 maggio scorso) del dirigente del settore Riqualificazione Urbana del comune, Stefania Della Notte che nell’ambito dei lavori di “recupero, sistemazione e valorizzazione dell’ex Avir”, impegnava oltre 43mila euro per finanziare la realizzazione (da parte dell’artista di strada Simone Lingua ) e l’installazione di un’opera scenografica (a cura della società “Riflessi srl Unipersonale”) che ha avvolto la parte terminale della ciminiera dell’ex vetreria: “ Il comune già all’epoca – aggiunge sarcastico l’ex sindaco D’Amante – avrebbe potuto utilizzare quel carro scala per rimuovere le lamiere pericolanti prima dell’intervento dei Vigili del Fuoco”.
Non si è fatta attendere, nel frattempo, la controreplica proprio del dirigente del settore Riqualificazione Urbana Stefania Della Notte: “Gli interventi di messa in sicurezza dell’ex stabilimento industriale continuano ma le peggiorate condizioni del tempo di questi ed il forte del vento hanno interessato porzioni dell’ex vetreria che devono ancora essere riqualificate”.
Ma dio Eolo non poteva non saperlo.