ITRI – E’ ancora sulla graticola l’amministrazione comunale di Itri. Alle proteste dei cittadini delle contrade Campiglioni e Valle Colella che lamentano, a distanza di un anno dalla frana alluvionale che li aveva colpiti, il mancato inizio degli interventi di bonifica e messa in sicurezza della collina, si sono aggiunte quelle di tante famiglie che venerdì, loro malgrado, hanno trovato sbarrate le scuole cittadine. Il pomo della discordia è rappresentato dal contenuto di una nuova ordinanza che il vice sindaco Elena Palazzo aveva emesso venerdì mattina “a circa un’ora o poco più dall’apertura delle scuole”.
Il provvedimento, seppur legittimo, ha provocato grande disagio nella cittadinanza, specialmente in quelle famiglie, di Itri ma anche di Campodimele (perché alcuni bambini residenti nel paese della longevità vanno a scuola a Itri) “che hanno dovuto repentinamente modificare la propria giornata, anche dal punto di vista lavorativo”. Ad alzare il tono dello scontro politico, dopo una doverosa “pace armata” siglata al malore che aveva colpito il sindaco Giovanni Agresti, è stato l’ex primo cittadino di Itri Antonio Fargiorgio che, in qualità di capogruppo della forza civica di opposizione “Itri Facciamo Futuro”, si è fatto portavoce delle rimostranze di numerose famiglie.
“Le tante persone che ci hanno contattato esternando il loro disappunto ed il loro disagio meritano di avere una voce e meritano qualcuno che questa voce la faccia sentire in maniera forte, nitida, oseremo dire perentoria – ha osservato l’avvocato Fargiorgio – Ridursi all’ultimissimo momento per assumere una decisione così impattante sulla vita dei cittadini, che conseguentemente non si sono potuti organizzare per tempo, mostra scarsa attenzione verso le loro problematiche ed esigenze, al di là delle dichiarazioni di facciata. Le avverse condizioni meteo per la giornata di venerdì erano note dal giorno precedente e, anzi, c’è chi temeva addirittura che venisse diramata l’ennesima allerta arancione dalla Regione Lazio”.
L’ex sindaco antepone il metodo seguito dal vice sindaco Palazzo al merito: “ Se era questa la volontà dell’Amministrazione, la decisione si poteva e, anzi, si doveva prendere già nel tardo pomeriggio di giovedì quando – ha osservato l’avvocato Fargiorgio – i video e le notizie che pervenivano da diverse zone della provincia di Latina, e del sud-pontino in particolare, raccordate alle preoccupanti previsioni per la giornata di oggi (indipendentemente dal grado di allerta), inducevano sicuramente a determinazioni maggiormente ponderate. Invece, nulla; e dire che l’allerta prevista fosse gialla non esenta da responsabilità politica (non ci risulta infatti che nel frattempo sia poi diventata arancione eppure le scuole sono state comunque chiuse). In un territorio già martoriato dal punto di vista idrogeologico, chi governa ha il dovere di monitorare attentamente ogni cosa, valutare ogni potenziale pericolo ed assumere decisioni per tempo. Il provvedimento è stato emesso invece improvvisamente (nella primissima mattinata del giorno stesso della chiusura, venerdì), creando scompiglio in tante famiglie (diversi genitori hanno dovuto rivedere i propri impegni lavorativi), ma anche in quei lavoratori della scuola (personale docente e non docente) che, essendo fuori sede, avevano già intrapreso il loro quotidiano viaggio per raggiungere Itri”. Ulteriori disagi li hanno dovuti subire gli studenti dell’istituto agrario che, a differenza di quelle delle scuole materne, elementari e medie, provengono da paesi vicini. Erano già sui mezzi pubblici per arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni. Insomma, una vicenda deplorevole, quasi grottesca, da qualsiasi punto di vista la si voglia esaminare”.
E la ‘pace armata’, siglata nell’interesse delle condizioni di salute del sindaco Agresti, è abbondantemente terminata…