FORMIA – Il Comune di Formia proroghi i termini dell’avviso pubblico che, pubblicato lunedì, scade mercoledì per permettere la ricognizione dei danni subiti dal patrimonio privato e dalle attività economiche e produttive in seguito al violento nubifragio del 29 settembre scorso. A chiederlo sono i titolari delle attività economiche e i cittadini che, appartenenti ad una trentina di nuclei familiari, avevano dovuto lasciare, per motivi di sicurezza, le rispettive abitazioni nella collina di S.Maria La Noce devastata dalla colata di fango e detriti.
Per il comune i soggetti interessati dovrebbero far pervenire, entro la giornata di mercoledì, una relazione di stima dei danni subiti sottoscritta da un tecnico abilitato e accompagnata da una dettagliata documentazione fotografica in un unico file di dimensione massima di 20 megabyt. I cittadini evacuati hanno chiesto qualche giorno di tempo per concretizzare la richiesta del comune perché impossibilitati – alla luce dell’ordinanza di evacuazione tuttora in vigore – di raggiungere le rispettive abitazioni e attività produttive e commerciali. In effetti a chiedere di posticipare i termini della validità dell’avviso pubblico del Comune era stato il capogruppo consiliare della Lega, Antonio Di Rocco, motivando la proposta per evitare di commettere errori e, di conseguenza, non accedere ai rimborsi di legge. Per il comune di Formia la conta dei danni, seppur sommaria, servirà per chiedere alla Regione e al governo nazionale i ristori previsti dall’accoglimento della richiesta della dichiarazione dello stato di calamità naturale.
E a proposito di maltempo una frana di massi “di medie dimensioni” e di “un successivo accumulo di detrito da frana” ha interessato parte del sentiero montano che collega la località Pornito alla cima di Monte Redentore nel territorio della frazione di Maranola ricadente nel territorio dell’ente parco regionale dei Monti Aurunci. Il sindaco Gianluca Taddeo, raccogliendo una specifica richiesta del presidente della XVII Comunità Montana dei Monti Aurunci, Alfieri Vellucci, ha disposto la chiusura dello storico sentiero che “al momento non presenta più di requisiti minimi di sicurezza al transito pedonale”.
Il provvedimento di chiusura del sentiero, attraverso la quale nell’ultima domenica di giugno e di settembre si snoda la storica e partecipato processione con la statua in ghisa raffigurante San Michele Arcangelo, resterà in piede “sino al termine degli interventi di messa in sicurezza” che – secondo quanto è trapelato – non saranno brevi . Se lo stesso ente montano di Spigno Saturnia è stato inviato a provvedere all’apposizione della cartellonistica e alle operazioni di transennamento, la chiusura del sentiero storico religioso di San Michele ha fatto ricordare a molti quanto avvenne nel 1996, 26 anni fa.
Il diacono Erasmo Montenora stava partecipando, come centinaia e centinaia di devoti e semplici cittadini, alla processione che si sarebbe conclusa a poche centinaia di metri di distanza nell’antichissimo eremo in onore dell’Arcangelo. L’uomo fu vittima di una caduta, provocata anche dalla nebbia calata nella zona , e , nonostante i tempestivi ed immediati soccorsi, l’uomo perse la vita alcuni giorni più tardi presso un ospedale della capitale per la gravità delle fratture riportate…