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Sermoneta / Corden Pharma, la drammatica lettera aperta dei lavoratori al Prefetto Falco

Quanta incertezza per il futuro occupazionale della Corden Pharma di Sermoneta Scalo. A denunciarlo sono gli stessi lavoratori che, riunitisi in un comitato, hanno chiesto l’urgente intervento del Prefetto di Latina Maurizio Falco ma anche del sindaco Giuseppina Giovannoli, dei commissari giudiziari e dei vertici provinciali della Femca Cisl, della Filctem Cgil e della Uiltec Uil. Le maestranze del sito industriale dicono di essere all’oscuro su quanto sarebbe avvenuto dal mese di aprile 2022, cioè quando un vertice convocato in Prefettura terminò con un’attesa fumata bianca: l’esistenza di un nuovo acquirente (“un fantomatico “polo tecnologico” con fatturati che risulterebbero negli ultimi anni tra gli 1,0 e gli 1,9 milioni rispetto ai circa 50 milioni della Corden) per il sito di Sermoneta.

Da quel momento – denunciano i lavoratori – il silenzio, nessuna informazione sul nuovo socio a causa del vincolo di riservatezza. Dopo sei mesi i timori sul futuro economico-occupazionali della Corden Pharma sono aumentati. Da qui la decisione degli stessi lavoratori di coinvolgere il Prefetto Falco perchè, a “fronte dell’evoluzione pessima della situazione venutasi a creare si continua a non vedere una soluzione concreta per i nostri posti di lavoro”.

Duro l’attacco d’accusa dei lavoratori: “Il tempo è passato e, nel frattempo, il fantomatico investitore “Polo Tecnologico”, scomparso per alcuni mesi come riportato da fonti della stampa locale, accampando chissà quali scuse, ha ancora rinviato di mese in mese la chiusura dell’operazione.Pochi giorni fa ha ventilato che si aspetta che la Corden Pharma prima esca dal concordato e poi entrerà nella società (peraltro con un ulteriore ritardo dovuto alla mancata disponibilità di batterie di accumulo che dovrebbero arrivare dalla Cina per consentire il dispiegamento di un parco fotovoltaico sui terreni della società, come se questo fosse un progetto da poche settimane…). A noi risulta che fino a qualche tempo fa il problema era il rilascio di garanzie da Sace ed ancora prima le tempistiche di autorizzazione per fantomatici finanziamenti da parte di una fantomatica banca…”.

La Corden Pharma, prima della pausa estiva, aveva annunciato nuovi licenziamenti per 44 unità, sebbene “nell’incontro tra i vertici della Corden e le organizzazioni sindacali di categoria l’amministratore delegato ha altresì precisato che i conti economici del sito richiesti per la tenuta del piano concordatario sono perfettamente in ordine ed in linea con il piano stesso”. I rappresentanti sindacali, intanto, dichiararono di sentire “la responsabilità di dare informazioni chiare alle maestranze già fortemente provate da una vertenza lunga e complessa quale è questa” e che “come organizzazioni sindacali intuiamo i risvolti che una tale comunicazione avrà sui lavoratori, i quali avevano riversato nel cambio societario, le loro comprensibili speranze di uscita da questa lunga e complicata crisi e che, invece, almeno per il momento è ancora lontana e priva di elementi oggettivi certi”; ai lavoratori del sito produttivo risulta che alcune realtà, che si erano presentate per valutare l’acquisizione della Corden Pharma, sono scappate a gambe levate. Tutti sappiamo che il costo dell’energia è aumentato di così tante volte che oramai, ai livelli attuali di fatturato, a malapena si riusciranno a pagare le bollette per l’energia e il gas”

Le informazioni a disposizione delle maestranze sono preoccupanti: “Ci risulta che, nonostante gli impegni assunti in sede di piano di concordato, l’Azionista (sia quello vecchio che quello nuovo ….) non abbiamo assolto integralmente ai loro impegni di fornire finanza per supportare il piano presentato“. Da qui una raffica di domande al Prefetto Falco. Spicca la conclusiva, la più importante: “Signor Prefetto, ci auguriamo che lei possa riprendere in mano la questione, convocando un nuovo tavolo di lavoro e dando evidenza a noi lavoratori della Corden Pharma ed all’intera cittadinanza che le speranze nate dopo il suo primo intervento non sono state poste invano”.

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