FORMIA – Due anni di ammissione alla prova per il presunto autore dell’omicidio ed uno per altri tre giovani della provincia di Caserta che parteciparono all’aggressione mortale la sera di Carnevale 2021. E’ terminato con queste decisioni il processo per il delitto di Romeo Bondanese, il 17enne di Formia ucciso la sera del 16 febbraio dello scorso anno al culmine di una lite che scoppiò sul terrazzo sovrastante la darsena de La Quercia, all’altezza dell’incrocio con via Vitruvio. Lo ha deciso mercoledì il Gup del Tribunale dei Minorenni di Roma Efisia Gaviano raccogliendo integralmente la richiesta formalizzata nel corso della sua requisitoria da parte del sostituto procuratore Maria Perna.
Il 17enne di Casapulla, che provocò con un fendente – rescindendogli la vena femorale – la morte di Bondanese, era imputato per omicidio preterintenzionale e ora dovrà prestare per due anni un’attività di volontariato presso una realtà parrocchiale della zona mentre i suoi tre amici, a processo con l’accusa di rissa aggravata, dovranno fare altrettanto ma solo per un anno presso alcune entità associative e di volontariato di Recale, Caserta e Portico di Caserta.
Questa ammissione alla prova, prima della pausa estiva, era stata criticata dalla famiglia Bondanese che, attraverso l’avvocato Tina Di Russo, aveva accusato le difese dei quattro imputati di scarsa collaborazione non avendo qualificato questo piano di reinserimento sociale dei quattro giovani casertani. Prima della sentenza del Gup Gaviano era intervenuta davanti il Tribunale dei minorenni di Roma la madre di Bondanese, Civita Di Russo che, trattenendo a stento le lacrime, ha ringraziato l’operato degli investigatori e degli stessi giudici ma ha criticato le disparità del diritto minorile, tutt’altro che propenso a salvaguardare chi “come figlio – ha detto piangendo – è uscito di casa e non vi ha fatto più ritorno, ucciso da chi aveva fatto altrettanto ma con un coltello in tasca…”.
Lo scorso luglio il Gup Gaviano aveva assolto dall’accusa di rissa il cugino di Bondanese, Osvaldo Vellozzi, all’epoca dei fatti 17enne. Secondo il magistrato il giovane, difeso dall’avvocato Vincenzo Macari, fu il primo, “prima degli altri del gruppo, a “capire cosa stesse gravemente avvenendo e a raggiungere il familiare”. Il 17enne, che rimase ferito gravemente all’inguine, fu protagonista di un atteggiamento psicologico teso ad aiutare Romeo e, nel tentativo di bloccare ed allontanare il presunto omicida del cugino, sarebbe stato ferito da quest’ultimo alla gamba destra “al punto da non rendersi conto di tutto quanto stava succedendo attorno a lui”.
Le motivazioni della sentenza del Gup Gaviano avevano offerto un’altra rivelazione: il movente dell’omicidio….in effetti non ci sarebbe mai stato . Il presunto omicida e Bondanese si parlarono per un’incredibile scambio di persona. Romeo si rivolse al giovane di Casapulla perché lo aveva scambiato – si legge nelle motivazioni del Gup Gaviano – per un suo amico di Formia. “Uè…..R. manco mi saluti”. Il 17enne casertano gli avrebbe risposto con frasi del tipo: “Ma che vuoi? Vuoi vedere che ti spacco la faccia. Se sali sopra, ti spacco la faccia”. La risposta dell’indagato per omicidio preteritenziale è stata riportata da molte persone presenti “in termini leggermente diversi, fermo restando la circostanza che si trattava di espressioni aventi natura aggressiva e alterata”. Romeo chiese al suo interlocutore cosa volesse e spiegò agli amici “cosa realmente chiedessero da lui”.
Per il Tribunale dei Mimnorenni tra la vittima ed il suo aggressore un contatto ci sarebbe stato dopo qualche parola di troppo ma “se così fosse – scrive il Gup Gaviano – non sminuisce né giustifica l’indiscussa e sconcertante drammaticità e gravemente di quanto successivamente accaduto“.