FROSINONE – Bisognerà attendere il prossimo 11 gennaio per capire perché il 15 luglio scorso sono stati assolti dalla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino, assolti, tra le polemiche e tentativi di aggressione,Franco, Annamaria e Marco Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale dalle accuse relative all’omicidio e all’occultamento del cadavere di Serena Mollicone (avvenuti il 1 giugno 2001), ai depistaggi che sarebbero seguitu e all’istigazione al suicidio del Santino Tuzi avvenuto nell’aprile 2008. L’ha deciso il presidente vicario del Tribunale, Massimo Pignata, che ha concesso al giudice a latere Vittoria Sodani una proroga di 90giorni – che ha preso il via il 10 ottobre – per far conoscere le motivazioni della sentenza di assoluzione per i cinque ex imputati.
Il presidente Pignata ha concesso la proroga in considerazione dell'”imponente istruttoria dibattimentale svolta nonché per la delicatezza e complessità delle imputazioni e delle questioni affrontate”. Il termine dei 90 giorni concesso dal Presidente della Corte d’Assise del Tribunale di Cassino per far conoscere le motivazioni della sentenza d’assoluzione per i cinque ex imputati sarebbe scaduto venerdì 13 ottobre ma il magistrato incaricato di depositare la sentenza ha chiesto venerdì scorso un termine ulteriore di tre mesi . L’accoglimento della richiesta della dottoressa Sodani è stata accolta con contrastanti stati d’animo dalle parti in causa.
Il criminologo e portavoce del collegio difensivo, il professor Carmine Lavorino, ha considerato “prevedibile” il dispositivo del presidente Pignata: “La sentenza di assoluzione deve essere motivata per bene e se la dottoressa Sodani ha chiesto tempo, significa che dovremo attendere”. La data del 13 ottobre per conoscere le motivazioni della sentenza d’assoluzione era molto attesa dalla famiglia di Serena Mollicone. La cugina Gaia, che ha contribuito ad organizzare venti giorni fa una manifestazione in ricordo di Serena, ha fatto fatica a nascondere la propria delusione e rabbia: “No comment” – sono state le sue uniche due parole.