FORMIA – Ha conosciuto un altro rinvio tecnico, martedì, l’udienza preliminare nel corso della quale il Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce avrebbe dovuto decidere se rinviare o meno a giudizio l’ex sindaco di Formia Paola Villa, l’ex segretario generale e direttore generale del comune Mario Taglialatela e l’attuale dirigente dell’area finanziaria dell’ente Daniele Rossi. Accusati, a vario titolo, di concorso in abuso d’ufficio e falso relativamente alla nomina di Taglialatela, avvenuta il 24 luglio 2020, a svolgere il ruolo di capo gabinetto dell’allora sindaco di Formia, i legali difensori Luca Scipione e Vincenzo Macari hanno chiesto di attendere la conclusione del procedimento per danno erariale, che sfiora la somma di 8000 euro, promosso dalla Procura regionale presso la Corte dei conti.
L’udienza preliminare è stata rinviata all’11 aprile 2023 anche per soddisfare una precisa richiesta dall’avvocato Scipione, quella rinnovata dal suo assistito, l’avvocato Taglialatela (indagato anche per falso) di voler rilasciare dichiarazioni spontanee prima della decisione del Gup. Se l’amministrazione comunale, per la cronaca, ha deciso – almeno per il momento – di non costituirsi parte civile, in questa vicenda processuale promossa lo scorso aprile dal Procuratore capo della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmanuele. Aveva chiesto il processo per l’ex sindaco, per l’avvocato Taglialatela e per l’attuale dirigente del settore finanziario del comune di Formia Rossi relativamente a quanto successe il 24 luglio di due anni quando la professoressa Villa decise tra le polemiche di nominare Taglialatela, candidato a sindaco alle amministrative del 2018 e sfidante della stessa docente di scienze naturali, suo capo gabinetto in sostituzione del dimissionario Armando Russo.
A presentare direttamente un esposto in Procura fu il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, da meno di un anno diventato presidente del consiglio comunale di Formia. Il penalista chiese ed ottenne l’apertura di un’indagine. Taglialatela, a suo dire, non poteva essere incaricato perché era in pensione e poi perché era stato inquadrato con un livello funzionale, economico e contrattuale, inferiore. Ma, nonostante ciò, il comune aveva previsto un’indennità normale. L’ex commissario Prefettizio del comune di Formia, Silvana Tizzano,prima di congedarsi revoco il decreto di nomina di Taglialatela e chiese all’avvocatura comunale di recuperare “in via coattiva” la somma di danaro percepita dal capo di gabinetto dalla sua nomina sino al 28 dicembre 2020, giorno dello scioglimento anticipato del consiglio comunale.
Se quella richiesta abbia conosciuto o meno un epilogo positivo – potrebbe anche provocare la decadenza della professoressa dal ruolo di consigliere comunale ? – o sia stata nel frattempo impugnata dalla diretta interessata costituiscono alcune delle incognite di una vicenda che continua ad avere due connotati: penale ed erariale. In attesa della prescrizione…